2011, “piazze in movimento”, tra protesta e rivolta
Le piazze-simbolo della “Primavera araba” e degli “Indignados”. Fenomeno reale o “bolla mediatica”? La “piazza” contro “il palazzo”: dittatura, disuguaglianze sociali e crisi della rappresentanza politica. Anno nuovo, “piazze nuove”?
“Piazza Tarhir”, “Puerta del Sol”, “Zuccotti Park”. Tre piazze, estremamente distanti l’una dall’altra e non solo in chilometri. Prima di quest’anno, erano mere indicazioni toponomastiche. O, nel caso delle prime due, mete di itinerari turistici. Poi, nel 2011, eccole assurte a luoghi-simbolo di movimenti e mobilitazioni.
Negli ultimi cinquant’anni, forse soltanto Piazza Tienanmen era entrata maggiormente nell’immaginario comune.
Anche qui in Italia, dove pure il rapporto tra la politica e la “piazza” è frequente e consolidato (addirittura, in alcuni casi, con un effetto di assuefazione e di caduta nella routine), Piazza Tahrir al Cairo è ormai il “dove” della Primavera araba, quanto Puerta del Sol a Madrid è il “teatro” del movimento degli “Indignados” e Zuccotti Park a New York, il “luogo” di “Occupy Wall Street”.
In tutto questo, l’informazione ha certamente giocato un ruolo importante. Nelle rappresentazioni dei media, le “piazze” hanno cessato di essere semplici spazi fisici, diventando piuttosto luoghi di un agire comune, mosso sia da esigenze materiali che da istanze ideali. Insomma, una sorta di “personaggio collettivo” che, per dirla in gergo cinematografico, ha “bucato lo schermo”, imponendosi all’attenzione del pubblico.
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Detto questo, sarebbe però fuorviante pensare di ridurre il fenomeno ad un prodotto costruito “a tavolino”, o addirittura ad una “bolla” mediatica. Tra l’altro, a contraddire una lettura in questo senso, è sufficiente pensare come le “piazze”, prima che nelle redazioni di tv e giornali, siano diventate notizia “in rete”, su blog e social network.
Più verosimilmente, l’attenzione dell’opinione pubblica è stata catalizzata dal conflitto che in quelle piazze ha avuto luogo. Con modalità, certo, molto diverse: in modo più cruento dove la posta in gioco era liberarsi dalla dittatura, “abbattere il tiranno”, come nei Paesi arabi; in forma, invece, perlopiù pacifica – a volte dichiaratamente nonviolenta – nell’ambito di ordinamenti formalmente democratici ma attraversati da forti diseguaglianze economiche (acuite dalla crisi) e dove la rappresentanza politica è in crisi profonda.
Ma pur sempre di conflitto si tratta. E dall’esito quanto mai incerto. “Piazza” versus “palazzo: questo, probabilmente, il comune denominatore tra Puerta del Sol, Zuccotti Park e Piazza Tahrir.
Cui probabilmente, con l’anno nuovo, si aggiungeranno altre “piazze”. Magari in Russia, dove l’opposizione a Vladimir Putin sembra andare ben al di là delle polemiche post-elettorali.
E in Italia, dove la pur forte maggioranza parlamentare che sostiene il Governo Monti non appare in grado di garantire la “pace” sociale, non è difficile prevedere che il 2012 sarà un anno politicamente “movimentato”.
Stefano Tozzi
Foto: http://www.flickr.com/photos/acampadabcnfoto/5751473588/