Una vita d’attesa
“Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati
Quando si è giovani, con tante speranze e tutta la vita davanti, non capita spesso di pensare a quando arriverà il momento del bilancio. Questo è il nucleo centrale attorno al quale si sviluppa la trama de Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (prima edizione 1940 – Mondadori 2001, € 8.40).
Giovanni Drogo è finalmente divenuto ufficiale. È giovane e, per realizzare i suoi progetti, può contare sull’intera vita che ha davanti. È convinto di avere il futuro nelle sue mani ed è con questo spirito che arriverà alla fortezza Bastiani. Il suo, però, è un carattere debole e influenzabile, ben poco capace di determinare l’avvenire. Arriva alla Fortezza illuso di rimanerci solo per un breve periodo, ma la Fortezza davanti al deserto ha un potere al quale non si può sfuggire. Giovanni inizia a rimandare il momento di congedarsi, prima decide di restare per altri quattro mesi, poi per altri due anni… e così via, fino a lasciare che tutta la sua giovinezza trascorra a scrutare invano l’orizzonte, nell’attesa del nemico. La qualità della vita è scadente, le giornate ripetitive e senza senso, ma il potere della Fortezza è quello di dare sicurezza a chi vi dedica la propria vita, attraverso gesti, azioni e compiti che ogni giorno si ripropongono uguali e, soprattutto, di donare la grande illusione di poter, un giorno, diventare degli eroi, sconfiggendo il popolo tartaro che da un momento all’altro potrebbe attaccare.
Intorno all’età di 35 anni, Giovanni inizia a prendere in seria considerazione l’ipotesi di andarsene. Riflette sulle vite degli uomini che conosce, prendendo coscienza del fatto che questi sono riusciti a realizzare un progetto di vita, hanno costruito qualcosa durante gli anni che lui sente di aver sprecato in un fortino semi-sconosciuto e sperduto nel deserto.
Il sogno e l’illusione sono il potere della Fortezza e Giovanni non ne resta immune nemmeno una volta resosi conto del suo errore di gioventù, perché non ha abbastanza coraggio per liberarsene e non può accettare di aver passato un’intera vita inseguendo una fine da eroe, da salvatore, invano.
Nell’epilogo, sembra che al danno si aggiunga la beffa. L’ufficiale Drogo è ormai vecchio ed è giunto per lui il momento di andarsene. Ma proprio allora, all’orizzonte s’intravede il sogno farsi realtà. Il nemico, il popolo tartaro, si avvicina, finalmente, ma proprio quando ormai il suo compito è terminato.
Una lacrima lo accompagnerà via dalla Fortezza Bastiani, fino alla locanda dove alloggerà e inizierà ad aspettare la morte. E sarà proprio questa la vera battaglia, la vera vittoria della sua vita.
Valentina Piroddi