Suicidio o omicidio? L’omertà di un’indagine

“Il mistero della Torre della luna” di Teresa Nastri scaturisce dalla considerazione che ogni esistenza è in sé un mistero.

Teresa Nastri, Il mistero della Torre della luna, Kimerik 2010

Una donna scompare durante una mareggiata. Non un nome, non un volto.
Castaldo qualcosa ha visto, ma non vuole, o forse non può, parlare.
Il commissario Venga non si dà pace, il dossier de “Il mistero della Torre della luna” contiene un falso.
Questa, la prima parte del libro scritto da Teresa Nastri ed edito da Kimerik: una miscela d’ingredienti per un giallo a ritmo serrato che stuzzica e lascia spazio, con molta intelligenza, a riflessioni di carattere sociologico.
La seconda parte, invece, è caratterizzata da una serie di racconti di vita uniti dal fil rouge del ricordo. Si tratta di storie scritte in diverse fasi della vita dell’autrice che presentano molteplici aspetti del quotidiano e che richiamano un particolare, quasi malinconico, attaccamento al passato. Come dichiara la Nastri «sono racconti scritti in tempi diversi, senza un disegno preciso: a seguito di un incontro, di un’esperienza personale, di un’emozione particolare o di un ricordo che riaffiorava, con tutto il suo carico di sensazioni vissute che chiedevano di essere rivissute».
Nostalgia o panacea per i nostri giorni? Il libro è caratterizzato da un ritmo vivace, nella prima parte e più lento nella seconda, ma è sempre caratterizzato dall’alternarsi di tensioni tra il reale e la romantica memoria. Lo stile è descrittivo ma asciutto e privo di fronzoli. La scrittura è chiaramente matura e di sostanza, dovuta forse, come si apprende dalla biografia, alla tarda età raggiunta dall’autrice per la prima pubblicazione.

Azzurra Beraldo

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