La speranza dell’amore

Una storia piena di speranza raccontata attraverso uno stile luminoso e vivace della giovane autrice, Maria Caterina Festa, che si sente investita dal compito di mostrare la bellezza dell’“Amore Assoluto” che ognuno può incontrare.

Maria Caterina festa, L’Amore Assoluto, Kimerik 2009

Nel 1994, anno d’inizio della storia raccontata in L’Amore Assoluto di Maria Caterina Festa, i protagonisti sono poco più che adolescenti. Eppure, già nella prima scena accade tutto. Marco e Red, amici da sempre, sono costretti a fare i conti con la morte, con la droga e con la conseguente domanda di significato. Sono le quattro del mattino quando Red comunica a Marco la morte del fratello, per un miscuglio letale di alcool e droga. Da quel momento Marco cercherà di stare accanto all’amico, sperando che la sua compagnia possa aiutarlo a recuperare la spensieratezza di un tempo, ma non immagina che quel momento li avrebbe cambiati per sempre. A questa storia se ne intrecciano altre: il rapporto difficile tra Marco e il padre, per via della prematura scomparsa della mamma e l’amicizia con Gaia e Jessica, gemelle milanesi giunte a Pesaro per l’estate. Tra Gaia e Marco è amore a prima vista, ma l’affetto per Red, che aveva appena iniziato una storia con lei, impedisce a Marco di esprimerle i suoi sentimenti. Nel frattempo, la realtà lo costringe a un passo in più verso la maturità. L’infarto del padre, causato dal fallimento finanziario è un altro punto di non ritorno. Attraverso l’incontro con Michele, giovane medico e volontario in una comunità di tossicodipendenti, Red incontra la fede e comprende la sua vocazione, mentre Marco decide di intraprendere la professione di medico. Così iniziano entrambi la loro lotta per la vita e contro la tossicodipendenza. Per ben dieci anni Marco porterà dentro di sé l’amore per Gaia, un amore che con il tempo e la maturità diventerà sempre più certo e puro.

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Attraverso una narrazione delicata e luminosa, ma capace di un’indagine approfondita dei sentimenti contrastanti dei protagonisti e delle debolezze dell’animo umano, Maria Caterina Festa racconta una storia piena di speranza, con la certezza che, anche attraverso le difficoltà, è possibile incontrare una positività che salva la vita. La realtà è segno di un “Altro”, l’“Amore Assoluto” e per questo è buona. Il ritmo vivace e lo stile semplice e lineare permettono una lettura scorrevole, nonostante le digressioni quasi filosofiche. La lettura, che porta all’identificazione con i protagonisti, finisce per dare conforto, soprattutto in un momento, come quello attuale, di crisi e disorientamento.
L’autrice scrive questo suo primo romanzo come un inno alla vita, perché, come esplicita sin dalla premessa, si sente investita dal compito di salvare i ragazzi dalla droga. Lo dedica a «tutti coloro che hanno bisogno di sentire queste parole di speranza». Anche ai protagonisti non è risparmiata la fatica di scegliere se reagire nei momenti difficili o se prendere la via più facile. «Marco — si legge nel libro — sentiva nel più profondo di sé e sapeva che se avesse scelto di farsi quella canna in quel momento, non sarebbe più stato in grado di rinunciare a quegli aiutini per tutto il resto della vita». Quello che non lo fa cedere non è la semplice volontà, bensì l’amore per Gaia.

Erika Elleri

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