La guida turistica

Caronti negli inferi delle nostre città

 Sin da piccola ho sempre desiderato diventare una guida turistica. Man mano che a scuola imparavo la storia dell’arte e approfondivo le radici culturali e artistiche della mia città, si affacciava nel mio cuore il desiderio di intraprendere questa professione. Ho viaggiato, ho appreso le lingue, ho conosciuto paesi e persone diverse, portando sempre la mia Napoli come modello e molto spesso, lo confesso, un po’ la favorivo e, tornata a casa, mi sentivo come una madre che riabbraccia il proprio figlio.All’università ho affinato le conoscenze e finalmente ho avverato il mio desiderio: “Cicerona della mia città”. Ho accompagnato per le strade arroventate dal sole gruppi di turisti che con il naso all’insù ammiravano tetti di chiese, castelli o scorci di tramonti indimenticabili. Ho avuto l’onore di lavorare con Presidenti della Repubblica e signore, onorevoli, ambasciatori, consoli e questori… La guida turistica è quasi una missione, direi, poiché non consiste solo nello spiegare  “il fattariello” o citare nomi di re e regine, ma è soprattutto colei che è capace di farli rivivere lì davanti a te. Ti fa quasi socchiudere gli occhi inducendoti ad essere cullato dalle sue parole.Ti porta come Peter Pan in un mondo da fiaba fatto di musica, magia, sole, sovrani e castelli.Non esiste la spazzatura. Non esiste lo smog e neanche il traffico. Non esiste l’inflazione, l’aumento del metano e né tanto meno il mutuo da pagare. Il suo microfono è lo strumento del Pifferaio Magico che ti incanta e ti porta via. Potrebbe dire qualsiasi cosa in quel momento, ma tutti la ascolterebbero ugualmente.Non lo nego, è vero, che ci sono in giro diversi ciarlatani che si credono eccellenti guide turistiche, ma tutto quello che sanno dire è scritto in una guida “Tutta Napoli in breve”… e guai a chiedere di più… non c’è scritto! Invece la vera guida turistica non impara l’arte solo sui libri, ma per la strada. Coglie le espressioni della gente, i loro modi di essere e di vivere, la loro lingua a volte così lontana dagli “Zanichelli” ufficiali…È quella la vera Napoli, non fatta solo di edifici e monumenti, ma dalla gente, con il loro sangue, la loro fatica…ed è giusto conoscerli! Gli americani, ad esempio, sono un popolo magnifico, assetati di conoscenza della nostra cultura. Loro amano il nostro modo di essere, di parlare; infatti spesso mi chiedono di insegnare loro qualche parola che non sia la solita “pizza, sole e mandolino”… o addirittura “Maradona” o “mafia”…Napoli potrebbe essere nuove parole come “fortezze, bellezza, paesaggi, generosità, cupole, terme,vicoli, catacombe, etc…” Qualcuno poi nel corso degli anni si è sentito anche in dovere di scusarsi con la città per averla devastata con bombe incendiarie durante la Seconda Guerra Mondiale, che hanno cambiato i connotati non solo degli edifici, ma anche di qualche cuore che ha perduto per sempre la persona amata. Qui il romanticismo e i sentimenti scorrono a fiumi ma non sono mai banali o finti, anche per questo Napoli affascina. Anche il visitatore più  freddo e dubbioso cambia atteggiamento. Ho conosciuto studiosi, ingegneri, uomini di logica e matematica sciogliersi dinnanzi alla “Flagellazione” del grande Caravaggio.Ho visto giovani studenti, alle prime armi con le delusioni d’amore, abbandonare foto e cellulari e ascoltare storie di mondi lontani, di amori veri e perduti. La guida deve essere brava anche in questo. Deve saper cogliere negli occhi dello spettatore i suoi stati d’animo, i suoi desideri e come la Sirena per Ulisse, deve ammaliarlo e attiralo a sé…A seconda che ci si ritrovi di fronte a bambini, adulti, giovani o stranieri il linguaggio deve cambiare, ognuno ha un suo codice…e la bravura sta nel saperlo decodificare.La ricompensa più emozionante sta nel trovare attenzione e interesse negli occhi di chi ti sta di fronte. Le domande sono i veri mattoni della conoscenza. C’è chi prende appunti e ti fa sentire quasi ad una lezione di un docente universitario, e solo per questo ne vale la pena! La vita è una ruota… quanti taccuini sono stati trascritti durante le interminabili lezioni di noiosi professori… La guida, già, non deve essere mai noiosa, finirebbe per smarrire le pecorelle del suo gregge e si ritroverebbe a parlare da sola. In questo non c’è bisogno dell’Ars Oratoria degli antichi, come Cicerone o Orazio, per essere guida turistica c’è bisogno solo di una cosa: la passione per la propria città. Quella deve essere sincera, non ci si può sforzare di averla…sarebbe come trovare un veterinario che non ama gli animali, chi gli affiderebbe il proprio cucciolo indifeso? Il turista infatti è indifeso, si affida alla guida…ha fiducia in lei e il suo compito è quello di traghettarlo verso nuovi mondi per lui inesplorati, alla ricerca di mille motivi per sognare e altrettanti per ritornare.Forse oggi bisognerebbe puntare un po’ di più su queste persone che sono molto spesso il biglietto da visita della città. Le prime persone che si incontrano sorridenti al porto o  all’aeroporto e le ultime che lasciano il sapore della città nel cuore e negli occhi dei turisti.

Stefania Castiglione

Click Here to Leave a Comment Below