Gallerie virtuali dipinte e griffate
Lo spazio web sembra avvicinare le diverse forme d’arte al mondo dei visitatori. Ammirare da casa una tela dipinta e, a breve, un tessuto prezioso finemente cucito, coinvolge gli amanti delle passeggiate virtuali.
Da tempo considerato una leggenda della moda, ultimamente si vocifera che Valentino sia anche un pioniere del campo. Dopo aver vestito notissime celebrità internazionali – da Elisabeth Taylor a Jaqueline Kennedy, fino alla nostra amata Sofia Loren – lo stilista ha scelto un insolito party per il suo cinquantesimo anniversario nell’esclusivo mercato degli abiti preziosi. Il 5 dicembre atterrerà online il Valentino Garavani Virtual Museum, la prima galleria virtuale tridimensionale della moda, che ospiterà cinquemila documenti tra abiti, foto e filmati narranti la storia dello stilista, da visitare perdendosi nella bellezza di diecimila metri quadrati di lusso alla portata di tutti.
Ma come ogni moda di oggi riprende qualcosa da quella di ieri, dove avrà trovato stavolta l’ispirazione il maestro de la haute couture? Navigando nelle acque del mare virtuale, sembra che la preziosa idea sia stata suggerita dal mondo dell’arte, con i suoi innumerevoli, fantasiosi e galleggianti musei. Il prototipo della prima galleria virtuale, nonché innovativo oggetto creativo, sembra essere stato dato alla luce da Norman Zoia, eccentrico artista, paroliere e musicista italiano che nel 1998 creò Blues 3000, primo multiplo d’arte su cd rom a tiratura limitata.
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Al passo coi tempi, centinaia di artisti, musei e gallerie di tutto il mondo hanno presentato online le proprie opere, spesso riuniti per stili e tecniche utilizzate. Dalla classica Web Gallery of Art, museo virtuale d’arte europea con annesso database di ricerca tra ben 27600 capolavori appartenenti ad 850 anni di correnti artistiche (www.wga.hu), alla Art Crimes, galleria online che raccoglie le produzioni degli autori di graffiti sui muri del globo (www.graffiti.org), per finire in un creativo labirinto di spazi artistici virtuali da cui è difficile trovare via d’uscita. Tra essi, incredibile boom di successi per Art Project, il servizio di Google che da febbraio, oltre a permettere l’accesso direttamente da casa ad alcuni tra i migliori musei del mondo, consente ai visitatori di confezionare la propria personale collezione delle opere d’arte preferite, che i più precisi potranno conoscere minuziosamente, grazie a funzioni quali lo zoom e il ritaglio di dettagli, da utilizzare per finalità di studio e didattica.
Diremo forse addio per sempre alle silenziose visite ai cari, vecchi musei? Di questo parere sembra essere Achille Bonito Oliva, noto critico d’arte, che nel libro L’arte oltre il Duemila scrive: «la navigazione in internet sviluppa un’anoressia dell’arte, una smaterializzazione dell’opera che sembra eliminare ogni nostalgia per il luogo istituzionale del museo».
Saluteremo anche passerelle e riflettori? Forse è ancora presto per dirlo. Per ora sorridiamo, ipotizzando che Valentino fosse stanco di far correre le modelle sotto gli occhi del pubblico delle grandi sfilate, e abbia deciso di guidarci attraverso le scelte dei suoi taglia-e-cuci su quei tessuti preziosi, che almeno virtualmente potremo sognare di indossare.
Beatrice Sartini
Foto: http://www.flickr.com/photos/raftwetjewell/3232105035/sizes/z/in/photostream/