
Eh già… tra tutù e bollicine, Vasco Rossi è ancora qua!
Un libro, “La versione di Vasco”, e un balletto al Teatro della Scala, “L’altra metà del cielo”: segni della vitalità “spericolata” dell’artista sessantenne. «Che senso ha avere una vita tranquilla davanti a un piatto di minestra fumante, mentre fuori un panino raccattato per terra ha il sapore del paradiso?» (Per Vasco Rossi – Alda Merini) (Foto: sito ufficiale Vasco Rossi)
Vasco Rossi è artisticamente finito, appare invecchiato e stanco, forse malato, si ritira dalle scene! Nell’ultimo anno l’allarme sui media è stato continuo. Nel frattempo lui ha scritto un libro: “La versione di Vasco”, dove, attraverso citazioni e aneddoti, ha deciso di dire la sua, senza mezzi termini. «Ci sono dei giorni che mi sento da buttare via e altri in cui sono fiero di me, non ho ancora capito quali sono quelli giusti… le biografie sono tutte false… la vita non è una commedia che puoi provarla prima, la devi vivere improvvisando… io canto e scrivo, nell’unica lingua che conosco, quella della mia anima». Il tre di aprile il balletto sulla sua musica “L’altra metà del cielo” ha debuttato al Teatro della Scala: sei minuti di applausi ne hanno decretato il successo. Insomma Vasco Rossi non sembra proprio un artista finito!
Vasco, musicista e drammaturgo, ha scelto, dall’universo femminile dei suoi brani, tre personaggi: Albachiara, Silvia e Susanna. Una metamorfosi narrativa e interpretativa, dove Albachiara si evolve in Jenny pazza da manicomio, che si ritira nel silenzio e nel sonno, tradita nei suoi sogni dalle sue illusioni, stanca della vita e offesa dalla realtà; Silvia si trasforma in Laura e si realizza nella famiglia, madre felice di un bambino, che nascerà a Natale, e infine Susanna diventa Sally, prostituta forse, dannatamente sola ma libera, profondamente delusa ma orgogliosa di esserlo. Un racconto unico in tredici canzoni, che la coreografa Martha Clarke ha tradotto in balletto, rappresentando quattro fasi della vita: adolescenza, maturità, crescita e abbandono. La contaminazione del corpo diventa strumento espressivo delle tre ragazze, tra amore, gioco, passione e sofferenza, dove le forme della danza, le melodie della musica e i colori della scenografia mutano nel passare da una storia all’altra.
Una metafora continua dell’essere donna, capace di dare senso alla vita e di condurre l’uomo verso spazi per lui impossibili. Un’operazione ardita e pretenziosa, che contribuisce ad abbattere le barriere tra musica classica e rock e avvicinare i giovani al teatro classico. Una ricerca e una sfida, per il famoso rocker verso nuovi spazi di espressione. L’orchestrazione di Celso Valli opera un’alchimia sottile e delicata, utilizzando timbri e melodie diverse per le tre protagoniste, trasforma brani rock, con struttura musicale a gabbia e partitura pop, in romanze e arie di musica classica di largo respiro. Il balletto si chiude sulle note dell’enigmatico brano Un senso: la vita è difficile, a volte appare priva di senso e si rischia di vivere senza capire, ma comunque vale la pena viverla. «Vivere o niente! Vuol dire o vivi oppure cosa fai, vegeti?»
Lo spettacolo diventerà anche un CD con i tredici brani, cantati da Vasco Rossi accompagnato dall’orchestra sinfonica, e un DVD. Ma l’emozione e la suggestione del corpo prediligono certi spazi, meglio quindi vivere quest’avventura al Teatro della Scala fino a metà aprile o cogliere l’occasione della tournèe, prevista per quest’estate.
Erino Poli