
Crocetta, la Sicilia e l’urgente necessità di cambiamento
Entrato ufficialmente in carica il 10 novembre, Rosario Crocetta, ex sindaco antimafia di Gela, appare a molti come l’uomo del cambiamento. Un uomo che non ha paura di spendersi per la Sicilia, lottando per i principi della legalità e portando avanti un messaggio di speranza. (Foto: Flickr cc DEEEP project)
La mafia: niente di più lontano da uno stile di vita improntato sulle orme di Cristo e segnato dall’amore verso il prossimo. La mafia toglie la libertà, anzi le libertà, e fa vivere nell’odio e nell’angoscia chi vi si trova coinvolto, più o meno volontariamente. E questo, Rosario Crocetta sembra averlo capito da molti anni, essendo stato un sindaco dichiaratamente antimafia. La sua è stata un’opera coraggiosa di risanamento delle coscienze, in una città come Gela, non certo facile da gestire dal punto di vista della legalità. Crocetta, in Sicilia, è riuscito a operare secondo i principi del rigore istituzionale e della giustizia verso le persone, nonostante un ambiente avverso e rischiando più volte la sua stessa vita. Si è schierato apertamente contro la mafia fin dalla sua prima candidatura a sindaco, sfidando i boss che non volevano fargli vincere le elezioni e facendo ricorso al Tar dopo l’esito delle stesse: le elezioni del 2003 che attribuivano la fascia di primo cittadino di Gela a Giovanni Scaglione risultarono, infatti, falsate, e Crocetta divenne sindaco, secondo quanto gli spettava. Da allora diversi sono stati i tentativi di attentato nei suoi confronti, fortunatamente tutti sventati, e da allora Crocetta viene protetto da una scorta. E forse, anzi certamente, tutto ciò ha influito tantissimo nella sua recente elezione a presidente della Regione siciliana: le sue scelte passate e le sue proposte per l’immediato futuro hanno colpito la volontà di cambiamento latente in migliaia di siciliani, desiderosi di salvare la loro bellissima isola, da sempre squarciata da una piaga che, prima o poi, dovrà finire, e volenterosi nell’intraprendere un nuovo cammino fatto di giustizia, correttezza e rispetto dei diritti di tutti i cittadini. «Ringrazio Dio per ogni giorno di vita che mi regala. Non nutro nessuna vendetta nei loro confronti, spero solo che paghino il loro conto con la giustizia»: queste le parole e le speranze di Crocetta quando gli venne chiesto, in un’intervista, che cosa provasse all’idea che qualcuno volesse ucciderlo. E da queste parole traspare un messaggio profondo di cristiana umanità e legalità che, se messo in pratica a livello regionale, potrebbe davvero cambiare le sorti della Sicilia e dei siciliani. Ma non dobbiamo aspettarci che un uomo solo possa fare la differenza: è necessario che tutti i cittadini partecipino al cambiamento in maniera attiva, evitando azioni violente che altro non farebbero che peggiorare l’attuale situazione, ma concentrandosi sugli obiettivi e sulle necessità di una terra difficile ma con un potenziale enorme, in grado di vivere secondo l’amore e la passione che ne contraddistingue, da sempre, chi vi è nato e cresciuto. Con Crocetta forse si metterà una croce sul passato della Sicilia; sta adesso ai siciliani, assieme al loro nuovo presidente e al nuovo assetto istituzionale privo, si spera, di losche infiltrazioni, far sì che questa croce non venga macchiata dall’illegalità ma risplenda di una luce nuova e forte, in grado di illuminare la via degli uomini e delle donne chiamati a guidare e a essere guidati in un’isola che da troppo tempo non trova pace.
Federica Baglieri