Caravaggio: artista, ma anche uomo

Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, è celebre nel tempo e nello spazio come pittore barocco. Ma prima di Caravaggio, dietro la maschera di colori e forme, chi era Michelangelo?

Il 2010 è anno caravaggesco. Così a quattrocento anni dalla morte del pittore, fioccano mostre, eventi, cataloghi, libri…
Tutti i miei peccati sono mortali. Vita e amori di Caravaggio (riedizione de Il Saggiatore, 2010) non è semplice biografia; non è solo accurata indagine storica. L’autore del libro, Giuliano Capecelatro, indaga nella vita dell’uomo Michelangelo per farci meglio comprendere l’arte del pittore Caravaggio; un’indagine portata avanti come scrivendo un romanzo che narra in ogni loro sfumatura tutte le contraddizioni del protagonista indiscusso del racconto. Un viaggio biografico in continua oscillazione tra alto e basso, sublime e terreno… religione e peccato.
L’opera del maestro barocco è innovativa per la scelta di riportare il trascendentale alla dimensione umana. Peccati mortali: il titolo scelto da Capecelatro è riassuntivo del segno pittorico di Caravaggio: personaggi sacri e soggetti religiosi sono ritratti con una pennellata che dona loro energia, verità, vigore umano. Umanità. L’artista che tutti ammiriamo è tanto salito come pittore, quanto è sceso –  negli inferi – come uomo. E che modo c’è più completo di vivere l’umanità se non sondandola sin negli abissi più profondi? Così il lettore di Tutti i miei peccati sono mortali, pagina dopo pagina, scopre con sorpresa del temperamento iracondo di Michelangelo da Merisi, di risse, schiamazzi e violenze, della vita dissoluta, sino all’accusa di omicidio, la condanna per decapitazione e la fuga che ne segue. Ma come in uno specchio dei contrari, l’ascesa dell’artista si contrappone alla discesa dell’uomo, condividendo le stesse pagine. Ecco allora l’arrivo a Roma – città contraddittoria quanto lui (divisa tra preti e prostitute, rigore e lussuria) – con pochi soldi in tasca, l’apprendistato nelle botteghe e finalmente il successo.
C’è tutto nel viaggio intrapreso da Cacepelatro nell’universo Merisi/Caravaggio: ci sono l’uomo e il pittore, il peccatore e l’attento osservatore della religiosità. C’è anche una pecca però: nella scelta di riprodurre tutti i colori della vita del protagonista, l’autore cade nell’errore – o sceglie – di trascurare una pertinente analisi delle opere, tralasciando peraltro l’inserimento di illustrazioni.
Si tratta allora di un’opera valida, indirizzata però ad un pubblico estimatore di aficionados.

(Giuliano Capecelatro, “Tutti i miei peccati sono mortali”, Il Saggiatore, 2010, € 11,00)

           Silvia Blakely

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