Aristan, una risposta scientifica al desiderio di felicità?

Come raggiungere la felicità, o meglio, la “Felicità Interna Lorda”? Per chi cerca una risposta alle domande che dall’antichità a oggi hanno tormentato filosofi, letterati, poeti e sociologi, arriva Aristan, la nuova Facoltà di Scienze della Felicità. L’obiettivo? Innalzare il “tasso di felicità” dei suoi studenti.

 

Cos’è la felicità? È una domanda che si sono posti nei secoli i più grandi pensatori, scrittori e poeti. «La felicità — si legge sul dizionario Garzanti — è lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri». Ma com’è possibile realizzare tutti i desideri, soprattutto nella situazione attuale di crisi e disorientamento? Forse riducendoli a ricerca di benessere o dandosi piccoli obiettivi da raggiungere? O piuttosto è una “nota dominante” (nel Preludio op. 28, n. 15, La goccia d’acqua di Chopin), un percorso, una ricerca personale da intraprendere nella propria esistenza, in quanto esigenza strutturale dell’uomo?
A Oristano è nata l’Università di Aristan, la Facoltà di Scienze della Felicità, un tentativo di risposta alla grande domanda. Il suo obiettivo è «innalzare il tasso di felicità degli studenti — ha spiegato il preside, Massimo Deiana — con un approccio scientifico». Si tratta di un originale corso di laurea in “Teorie e Tecniche di Salvezza dell’Umanità”, ideato dall’artista oristanese Filippo Martinez, regista di alcune trasmissioni Mediaset, tra cui Sgarbi quotidiani. Qualche pregiudizio? Ebbene, la Facoltà di Scienze della Felicità si pone come un progetto serio e ben strutturato, con corsi tenuti nei fine settimana da una quarantina di professionisti, tra cui Vittorio Sgarbi, lo scienziato Gianluigi Gessa, il cabarettista sardo Benito Urgu, il giornalista Giorgio Pisano, gli scrittori Francesco Abate, Barbara Alberti, Michela Murgia e il filosofo Giulio Giorello.

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Le materie di studio? «Discipline che — ha affermato Filippo Martinez — affondano le radici nelle passioni ludiche, spensierate e innocenti dei docenti che tenteranno di creare traiettorie dove far transitare sprazzi di contentezza contro i mali e i veleni dell’esistenza». Gli studenti, a caccia della felicità, dovranno così cimentarsi con materie piuttosto inconsuete per un corso di laurea, come ad esempio, “Francoecicciologia”, “Tex Willer”, “Libertà”, “Divertentismo”, “Adescamento”, “Ars amatoria”, “Coscienza comparata”, “Paura” e “Follia”. Potrà conseguire la laurea solo chi «riuscirà a contribuire al “FIL”, la Felicità Interna Lorda, indicatore di vita e non di mera esistenza», ha spiegato il preside. Tuttavia, la laurea non ha un valore legale. «La laurea vera — ha aggiunto lo scienziato Gianluigi Gessa — ti dà un titolo di studio che, se va bene, può avere ricadute sul lavoro. Questa invece è una palestra della mente e allena a combattere le brutture della vita».
Tutto è pronto per l’inaugurazione di gennaio, anche se, per ora, risultano iscritte solo un centinaio di persone, rispetto alle trecentottanta previste. La location è suggestiva. Gran parte dell’Horse Country di Arborea si trasformerà nel campus dell’Università di Aristan. Il campus, immerso nel verde, potrà contare su di parecchie aule, un palazzetto per gli eventi, un anfiteatro, una biblioteca, vari ristoranti e di novecento posti letto. Ma se la ricetta funzionerà, ci affideremo alla misurazione del “FIL” per capire se siamo felici?

Erika Elleri

Foto: www.aristan.org

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