
I tesori medievali e rinascimentali di Rimini
Tra gli itinerari e le escursioni a Rimini il percorso medievale e rinascimentale è sicuramente il più suggestivo. Un tuffo nel tempo alla scoperta di tesori insospettati gelosamente custoditi da una città a più dimensioni. (Foto: © Laura Marsano)
La mia idea di Rimini è sempre stata condizionata dalla pubblicità e dagli stereotipi, e non avevo mai pensato a questa città come ad un luogo ricco di vestigia e di opere d’arte. Dopo una giornata spesa a zonzo per il centro storico, ho imparato a vedere le sue molteplici realtà e a leggere nelle pietre e negli affreschi l’accumulo dei secoli.
Fontana della Pigna e Antica Pescheria. La fontana, di epoca romana fu restaurata nel 1543. La Pescheria, del ‘700, è oggi un punto di riferimento delle serate riminesi.Ho visto una città ricca di suggestioni e i fantasmi di un antico passato che si confonde con le radici storiche e culturali di tutta la Penisola. Castel Sismondo è il punto di partenza ideale per seguire gli itinerari e le escursioni alla Rimini storica e artistica. Da qui, attraversando piazza Malatesta, si arriva alla vicina Piazza Cavour, cuore del borgo medievale. I banchi del mercatino riempiono di vita la piazza che, dopo numerosi rifacimenti, presenta ora un aspetto rinascimentale.
A sinistra si susseguono i massicci palazzi comunali, il più antico dei quali è il palazzo dell’Arengo costruito nel 1204. Il suo aspetto romanico-gotico è arricchito da uno spazioso porticato con i primi archi a sesto acuto apparsi in Romagna, che restano l’unica testimonianza della vita comunale di questa città. Sui capitelli degli archi si riconoscono ancora le immagini consunte di animali, come il leone o l’elefante, che servivano da simbolo ai cittadini analfabeti per riconoscere la collocazione del banco dove dovevano recarsi per la loro causa, in questo caso bancum elephantis o bancum leonis. Sotto questi portici, infatti, veniva amministrata la giustizia e venivano disposti i banchi dei notai che annotavano le sentenze dei giudici appollaiati sui loro scranni.
Sulla scia di queste suggestioni possiamo immaginare Giotto che si disseta alla fontana, ora detta della Pigna, di epoca romana e unica fonte di acqua potabile della città fino al XX sec., o Leonardo da Vinci, arrivato a Rimini nel 1502 in qualità di ingegnere e consigliere militare di Cesare Borgia, passare ore deliziandosi al suono prodotto dalle cannelle d’acqua, affascinato al punto da costruire l’organo idraulico conservato nel Museo della Città. Purtroppo nel 1540 fu danneggiata dai fuochi d’artificio collocati all’interno della vasca e venne restaurata nel 1543, ma la pigna sostituì la statua di San Paolo solo nell’Ottocento.
A testimonianza del passaggio di Giotto da Rimini è rimasto il famoso crocifisso ligneo proveniente dalla chiesa di San Francesco, ormai completamente distrutta, e custodito nel Tempio Malatestiano. Altre magnifiche opere della “Scuola Riminese”, testimone dell’eredità giottesca, sono presenti nel Museo della Città e soprattutto nel campanile e nell’abside della chiesa di San Giovanni Evangelista, edificata dagli Agostiniani alla fine del XIII sec. e tuttora ricca di odori e luci trecentesche.
Al lato della fontana, nel Settecento, venne costruito il mercato del pesce, con grandi banchi di pietra e quattro delfini dai quali fino a non molto tempo fa zampillava acqua fresca. Divenuto un punto di riferimento delle serate riminesi, grazie ai locali che sono sorti tutt’intorno, si presenta oggi come uno dei luoghi più caratteristici e suggestivi della città.
La memoria dei Malatesta permea ogni angolo del centro urbano e la grandezza dell’antico casato, che dominò sulla Romagna e le Marche, sembra essere uno dei punti cardine dell’orgoglio dei riminesi. La sua corte è stata una delle più vivaci dell’epoca, ospitò artisti del calibro di Leon Battista Alberti e Piero della Francesca, e produsse opere come il Tempio Malatestiano.
Malatesta da Verrucchio divenne Podestà di Rimini nel 1239 e suo figlio, Giovanni, fu il marito della tristemente famosa Francesca da Polenta, ricordata come Francesca da Rimini, la cui vicenda fu resa immortale da Dante nel V canto dell’Inferno. La stirpe generò famosi condottieri tra i quali Sigismondo Pandolfo è il più illustre e, seguendo le indicazioni degli astrologi di corte, diede avvio alla costruzione del castello-fortezza il 20 marzo 1437. Quello che oggi vediamo è solo il nucleo centrale ma possiamo avere un’idea del suo aspetto originario grazie dall’affresco di Piero della Francesca, nel Tempio Malatestiano, che ritrae il principe inginocchiato davanti a San Sigismondo, suo protettore.
Tra tutti gli itinerari e le escursioni a Rimini, il percorso medievale e rinascimentale è sicuramente quello da cui iniziare per vivere la città nella sua corretta dimensione, imparando a distinguere le sedimentazioni su cui è cresciuta, dissimulando le cesure in un’elegante armonia di forme e stili.
Laura Marsano