Nuove energie per il Paese: si affermano i giovani politici

I giovani politici sono da ormai troppo tempo una rarità in Italia, soprattutto ai massimi livelli. A livello locale, tuttavia, si sta rapidamente affermando una politica fatta di volti nuovi ed idee innovative che possono rappresentare l’impulso per risollevare il Paese. (Foto: siti ufficiali)

L’affermazione di giovani politici nelle ultime tornate elettorali appare come una vera e propria rivoluzione per il nostro Paese. In Italia, infatti, il rapporto tra giovani e politica – intesa come sistema più che come attività in sé – è stato per lungo tempo conflittuale, un mix di astio e disinteresse reciproci che ha avuto come effetto il consolidamento del potere nelle generazioni più anziane. L’età media dei nostri deputati e senatori, che si attesta rispettivamente a 54 e 57 anni, è del resto la più alta d’Europa.
Le elezioni amministrative degli ultimi tre anni, tuttavia, sembrano segnare un’inversione di tendenza e l’affermazione del movimento 5 stelle, capace di aggiudicarsi il seggio di sindaco a Parma con Pizzarotti, è stato da molti considerato come la vittoria dell’anti-politica. In molti casi, però, si è trattato più del successo di giovani candidati che non dei loro segretari di partito, i quali spesso avevano – almeno inizialmente – preferito appoggiare personaggi più esperti. Dopotutto, il registro linguistico e le tecniche comunicative di alcuni di questi leader, o presunti tali, non si discostano poi tanto dalla vecchia politica, troppo spesso fatta di urla e di insulti. Ma allora a cosa è dovuto il successo di questi giovani politici?
Le affermazioni di uomini come Massimo Zedda (36 anni) a Cagliari – capace di conquistare il seggio di primo cittadino dopo vent’anni di dominio del centro destra – e Matteo Renzi (37 anni) a Firenze sono però precedenti allo scoppio dell’attuale ondata di sfiducia. Il loro successo trova ha dunque radici più profonde.
È evidente che nel nostro Paese si percepisce una grande voglia di freschezza e innovazione. La classe politica attuale, prigioniera – per certi versi comprensibilmente – di una concezione del mondo radicata nel passato e abituata a cambiamenti che si sviluppano nell’arco di decenni, si è spesso dimostrata incapace di confrontarsi efficacemente con un mondo in costante mutamento. Per affrontare una simile sfida è necessario uno sguardo rivolto al futuro piuttosto che al passato, caratteristica naturalmente più presente tra gli uomini e le donne più giovani.
E questi giovani politici si sono dimostrati capaci di intercettare non solo le aspirazioni e le aspettative dei più giovani ma anche quelle delle altre fasce d’età, conducendo campagne elettorali ricche di entusiasmo e di un attivismo raramente sperimentato negli ultimi decenni. Il movimento 5 stelle è un buon esempio in questo senso. Tralasciando le idee politiche del movimento capeggiato da Beppe Grillo, non si può infatti negare che i suoi candidati siano stati accompagnati da sostenitori estremamente attivi e capaci di trasformare i social network da semplice vetrina delle proprie attività a strumento di condivisione e discussione.
L’elemento trainante è dunque l’energia e l’impegno di volontari che non si limitano alla semplice consegna di volantini ma condividono e diffondono idee di cui sono fautori in prima persona. Idee, innovazione, entusiasmo e freschezza sono gli ingredienti di quella che sembra essere una vera e propria rivoluzione pacifica che cerca di alterare uno status quo da cui oramai davvero pochi traggono beneficio. In definitiva, un ritorno della Politica con la “P” maiuscola.

Alessandro Turco

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