Gaudì e la natura
Linguaggio innovativo e autentico eclettismo a Barcellona
Antoni Gaudì y Cornet nacque il 25 giugno 1852 a Reus in Catalogna, frequentò la scuola di architettura a Barcellona, città dove trascorse l’intera vita, lavorando già da giovanissimo alla realizzazione di alcuni edifici.
Non risulta particolarmente facile inserire Gaudì fra le principali correnti artistiche europee del secolo, ma si fa comunque riferimento all’Art Nouveau, caratterizzata dal gusto per l’asimmetria, da linee ornamentali sinuose e continue. Si diffuse in Europa tra il 1880 e il 1910 e trovò espressione nelle arti applicate, dal design d’interni, ai mobili, al vetro, alla ceramica.
I suoi lavori si differenziano per eclettismo e totale autonomia nelle forme e nel processo di concepimento, tenendo comunque conto della cultura spagnola radicata in quella del resto d’Europa, che affonda le sue radici in una tradizione formatasi dalla confluenza del Cattolicesimo con l’Islam, una cultura ricca di colori.
L’iniziale ispirazione gotica si trasformò ben presto in un attrazione verso le forme naturali, nel regno minerale, vegetale e animale, sperimentando nei materiali il modo più congeniale per esprimerle; infatti fece uso di tecniche tradizionali come la modellatura, ma usò anche metodi più innovativi come la fotografia e i plastici polifunicolari. Le prime costruzioni di Gaudì si rifanno agli stili storici, il medievalismo e il neogoticismo e aprirono ben presto la strada alle pure ispirazioni dell’artista.
Dalla natura trasse i fondamenti di una geometria basata sulle superfici curvo-paraboloidi, iperboloidi, elicoidi e conoidi; queste forme geometriche, composte da linee rette che generano una superficie curva tridimensionale, furono adottate per costruire volte, muri e colonne.
La luce è essenziale nelle opere di Gaudì. L’architetto la utilizzava come fosse un’ulteriore materia di costruzione, in quanto per lui la luce è un riflesso divino che rivela la bellezza del mondo, attraverso la decomposizione della fascio di luce in colori.
Il tempio della Sagrada Familia è il suo capolavoro. Fu iniziato nel 1882 da Francisco de Paula del Villar, seguendo un modello neogotico convenzionale. Gaudì assunse la responsabilità dei lavori di costruzione nel 1883, ma fu a partire dal 1914 che l’architetto se ne occupò interamente. Purtroppo non poté portare a termine la sua opera poiché nel 1926 perse la vita in un incidente ed i lavori ripresero nel 1979 seguendo il progetto originale, tanto che tuttora la Sagrada Familia è in costruzione. In alto è coronata da quattro torri sormontate da cuspidi e ricoperte di ceramiche. Gaudì aveva previsto la realizzazione di tre facciate, dedicate rispettivamente alla Nascita, Crocifissione e Resurrezione di Gesù, sette navate e diciotto torri che dovevano rappresentare Cristo, i dodici Apostoli, i quattro Evangelisti e la Vergine Maria. Oggi l’unica facciata completa è quella della Natività. I lavori procedono a rilento poiché i costi sono elevati e vengono supportati dai fedeli. Questo edificio non ha eguali nell’architettura europea.
La Casa Milà nota anche come La Pedrera, (cava di pietra), è considerata il manifesto dell’arte di Antoni Gaudì. Costruita tra il 1905 e il 1907 è costituita da sei piani, otto appartamenti e due cortili interni. La facciata esterna dell’edificio è rivestita di pietra grezza proveniente dal massiccio di El Garraf e di Vilafranca del Penedès. In questo edificio vi apportò numerose novità tecniche, come l’utilizzo del cemento armato come elemento base, il ferro battuto utilizzato nelle porte, balconi e cancello d’ingresso, e infine il vetro armato usato per la pavimentazioni dei balconi.
L’elemento più originale e straordinario è il tetto, un grande spazio percorribile, attraversato da scalette e gradini che seguono i saliscendi, vigilato da torrette e comignoli con la testa di guerrieri.
L’articolata composizione delle superfici esclude quasi totalmente l’angolo retto, sia all’interno che all’esterno, con un’alternanza tra sezioni concave e convesse.
Altra opera importante è la Casa Batllò, progetto commissionata da Josep Batllò per rimettere a nuovo un palazzo di sua proprietà. Dal 2005 è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
Fu realizzata tra il 1904 e il 1907. Gaudì mantenne la struttura originale, apportando però piccole modifiche che cambiarono radicalmente l’aspetto della facciata: applicò dei balconi in ghisa alle finestre, aggiunse alcune decorazioni alla superficie leggermente ondulata, senza spigoli e linee dritte, rivestite da un mosaico di pasta vitrea, ornato da dischi multicolori, diversi tra loro per dimensione. La parte bassa della facciata è ornata da motivi ossei.
Il tetto è una terrazza zoomorfo-fantastica, realizzata con maioliche artigianali, ed una torretta dalla forma circolare coronata dalla croce a quattro bulbi, che divenne il biglietto da visita dell’architetto.
Casa Vicens è la prima opera di Gaudì, un misto di stile mudéjar e gotico, in cui sono accostati azulejos (piastrelle dal tipico colore azzurro) a mattoni e a pietra grezza.
Anche il Parco Guell appare nell’elenco dei beni protetti dall’UNESCO. Si trova a Barcellona nei quartieri nord-orientali alle pendici del monte Tibidabo, commissionato da Eusebi Guell Bacigalupi nel 1903 e progettato seguendo la sua idea di città-giardino, ispirata allo stile inglese delle abitazioni inserite nella natura. Nel 1914 il progetto viene affidato a Gaudì, che reinventa il luogo, facendolo diventare parco pubblico. All’interno troviamo mosaici coloratissimi, ceramiche variopinte, pezzi di vetro e sculture in calcestruzzo, come la fontana a forma di salamandra in cima alla scala principale, simbolo dell’alchimia. La piazza è costituita da un sedile ondulato di 150 metri di lunghezza. Il parco è aperto tutto l’anno ai visitatori e rappresenta una meta indispensabile per comprendere a pieno l’opera di Antoni Gaudì.
Fuori da Barcellona troviamo, a Leòn, il Collegio delle Teresiane e la Casa Botines.
Silvia Santoro