Vivisezione: nuovi passi verso una scienza più “umana”

Il 19 ottobre scorso la commissione Affari Sociali della Camera ha approvato un emendamento alla legge comunitaria 2011 che interviene sull’utilizzo degli animali negli esperimenti scientifici. Il passo più importante è quello che vieta l’allevamento, in Italia, di animali per la vivisezione.

«La giornata di oggi rappresenta un passaggio fondamentale ed una grande conquista per l’affermazione di una nuova coscienza di tutela e rispetto degli animali e dei loro diritti. Un salto culturale dal quale in futuro nessuno potrà più prescindere». Con queste parole il Ministro del Turismo, l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del comitato ministeriale per la creazione di un'”Italia Animal Friendly”, ha annunciato, il 19 ottobre, l’approvazione dell’emendamento da lei presentato alla commissione Affari Sociali della Camera.
Il testo prevede la destinazione di finanziamenti alla ricerca che si serve di metodi alternativi all’uso di animali, come per esempio le sperimentazioni in vitro. Nell’attesa che queste alternative vengano perfezionate, i test su cani, gatti e primati possono essere effettuati solo con l’autorizzazione del Ministero della Salute e del Consiglio Superiore di Sanità. Inoltre non è più possibile utilizzare animali per esercitazioni didattiche (eccetto l’alta formazione di medici e veterinari) e per esperimenti bellici. Sono anche vietati gli esperimenti senza anestesia o senza l’uso di analgesici, nel caso sia previsto che la sperimentazione possa provocare dolore.

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Il fatto più importante, però, è che il nuovo testo vieta, su tutto il territorio nazionale, l’allevamento di primati non umani, cani e gatti destinati alla sperimentazione. Il Ministro Brambilla sottolinea l’evento dichiarando: «Ho oggi assolto ad un preciso impegno che avevo preso con tanti cittadini, associazioni animaliste e comitati spontanei, che si sono mobilitati contro lo stabilimento Green Hill di Montichiari, dove sono allevati cani di razza beagle destinati ai laboratori».
In Europa gli animali usati per la vivisezione sono dodici milioni, di questi novecento mila sono utilizzati in Italia. Nel Bel Paese una delle associazioni più attive nella protezione degli animali è la LAV (Lega Anti Vivisezione), che dal 1977 si batte contro ogni forma di sfruttamento e violenza sugli esseri viventi. Uno dei primi successi fu ottenuto nel 1993, quando venne emanata la prima legge al mondo (legge 413/93) a consentire l’obiezione di coscienza alla vivisezione. Oggi, in Italia, esiste una lista “positiva” di associazioni che hanno dichiarato di finanziare solo ricerche senza animali.
Le lotte per i “diritti animali” non sono però figlie solo dei tempi moderni: già Pitagora, intorno al 500 a.C., si esprimeva contro la violenza nei confronti degli animali.
Nel Settecento l’inglese Jeremy Bentham scrisse: «verrà il giorno in cui gli animali del creato acquisiranno quei diritti che non avrebbero potuto essere loro sottratti se non dalla mano della tirannia», ma è nel 1975 che, con la pubblicazione del saggio “Liberazione animale” di Peter Singer, si può parlare della nascita del moderno movimento per i diritti animali; un movimento che, finalmente, ottiene i suoi risultati anche nel nostro Paese.

Stefania Zabrak

Foto: http://www.flickr.com/photos/10350347@N06/2456637364

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