Verso il turismo religioso e culturale in Calabria
C’è bisogno di un progetto serio per rendere competitiva l’offerta culturale della Calabria nel mondo. Un progetto che valorizzi le grandissime potenzialità di questa terra, fatta non solo di spiagge, sole e mare. La proposta di un percorso spirituale-culturale tra i numerosi santuari della punta dello Stivale.
Il potenziale culturale dell’Italia è a tutti noto. Soltanto Roma e provincia, secondo i dati di EBTL, l’Ente Bilaterale del Turismo del Lazio, ha registrato ben 658.500 arrivi negli alberghi nel giugno 2009, mentre le presenze hanno raggiunto nello stesso mese la cifre di 1.579.106. E nonostante questi valori abbiano subito un calo rispetto ai mesi precedenti, si può ben capire che il giro di affari e quindi l’attrattiva turistica è molto ampia. Non a caso, l’Italia possiede una quantità di risorse culturali invidiabile da qualsiasi nazione del mondo.
Ma Roma è pur sempre Roma. Ci sono infatti numerosissime località sottovalutate, non valorizzate pienamente.
Un esempio interessante è offerto dalla Calabria e, in particolare, dalle Serre Calabresi. I numerosi borghi che sorgono su questo massiccio montuoso hanno spesso conservato un’architettura peculiare, considerato il sostanziale e naturale isolamento delle località di montagna rispetto a quelle che sorgono in collina, in pianura e sulle coste.
Tra chiese, siti di interesse archeologico, ettari fiabeschi di bosco, potrebbe essere molto interessante la creazione di un Itinerario culturale di pellegrinaggio. Sono infatti molti i luoghi di richiamo religioso-culturale sparsi per la regione. Tra i boschi delle Serre, ad esempio, entro pochi chilometri si incontrano Vallelonga, Brognaturo e Torre di Ruggiero, tre piccoli borghi che contano singolarmente poco meno di un migliaio di abitanti, ma che sorgono attorno ad un edificio di particolare interesse spirituale.
Le tre località – parliamo delle Serre Calabresi, ma anche nel resto della Calabria ci sono altre decine di siti interessanti dal punto di vista spirituale – sono tutte legate al culto della Madonna, apparsa, secondo le tradizioni, in periodi diversi. A Vallelonga è radicato fin dal XV sec. il culto della Vergine del Monserrato, importato dalla Spagna al tempo della dominazione angioina. Una grande basilica, ricca di pregevoli opere d’arte, si impone al centro dell’abitato, all’estremità di un fitto bosco. La località è sì meta di pellegrini – in particolare durante il secondo fine settimana di luglio, in occasione dei festeggiamenti ufficiali –, ma la particolarità del luogo potrebbe giustificare la creazione di un progetto di “turismo culturale” molto più ampio, certamente patrocinato dal comune e promosso dalle strutture ricettive, in grado di poter “veicolare” gli interessi dei propri clienti.
Molti rimarrebbero sicuramente affascinati dalla luminosità del grande bosco che abbraccia amorevolmente Vallelonga e dal quasi misterioso simulacro della Vergine custodito nella basilica. Il suo sguardo, dall’alto del possente altare in marmi policromi, è puntato sull’osservatore, circondato dal silenzio e dalla scarsa luce che avvolge l’interno dell’edificio.
In occasione del giubileo del 2000 è stato fondato il “Consorzio Calabria Giubileo 2000” (http://www.consorziogiubileo2000.it) , associazione di tredici comuni calabresi, tutti sede di un importante santuario mariano, finalizzata alla valorizzazione delle proprie realtà religiose e culturali.
L’iniziativa dimostra una certa attenzione al valore del percorso turistico-religioso, proponendosi, come obiettivi fondamentali, la valorizzazione dei beni culturali, l’incentivo del turismo rurale, la qualificazione dei sistemi ambientali, la valorizzazione del partenariato tra i comuni, e in generale l’attività di promozione e qualificazione delle risorse culturali possedute.
Non bisogna infatti dimenticare che i santuari mariani dislocati sul territorio calabrese, compreso quello di Vallelonga, oltre a rivestire una grande importanza spirituale e artistica, rappresentano anche il fulcro di una realtà regionale peculiare: enograstronomia, tradizioni contadine e artigianato; queste sono solo alcune delle ricchezze che queste borghi – piccoli di dimensioni, ma non per il loro potenziale culturale – detengono.
C’è bisogno dunque di un progetto di promozione turistica, che miri a coinvolgere, in primis, le strutture ricettive della costa, che hanno il compito di offrire la possibilità ai propri clienti di compiere escursioni nell’entro terra, e poi le strutture di ristorazione localizzate nei pressi dell’itinerario mariano.
Un progetto attuabile, da inserire nel grande percorso di sviluppo e valorizzazione del territorio che la Calabria sta portando avanti da diversi anni.
Marco Papasidero