Un singolare fenomeno di espansione della crosta terrestre in New Mexico

La distanza tra Phoenix e Dallas sta aumentando lentamente, ma inesorabilmente, a causa della “deformazione distribuita”, un singolare fenomeno che vede una porzione della crosta terrestre espandersi come se fosse una caramella mou. (Foto: dreamquixote.deviantart.com)

Qualche tempo fa un team composto da scienziati di alcune università americane ha rilevato un fenomeno piuttosto singolare e di difficile spiegazione, descritto dal geofisico Henry Berglund, dell’Università del Colorado, in un articolo pubblicato sul numero di gennaio della rivista “Geology”,  in cui lo scienziato esprime la sua sorpresa e quella dei suoi colleghi nel constatare che la superficie del New Mexico si espande, da est ad ovest, ad un ritmo di 2,54 cm ogni quarant’anni, interessando una vasta area compresa tra i limiti occidentali dell’Altopiano del Colorado, in Arizona, ed i limiti occidentali delle grandi pianure di Oklahoma e Texas.
La causa del fenomeno viene attribuita alla pressione delle acque del Rio Grande, il fiume che taglia in due lo Stato del New Mexico, che sta spingendo sui due versanti allontanandoli l’uno dall’altro: in altre parole, Albuquerque si sta allontanando da Santa Fe.
Gli scienziati, pur essendo al corrente del fenomeno, non si aspettavano un’estensione di tale portata. Infatti, l’aspetto singolare è che il movimento causato dal letto del fiume non viene assorbito dal terreno immediatamente circostante, come precisa Anne Sheehan, geofisica dell’Università del Colorado all’“Albuquerque Journal”, ma si sta traducendo in un’espansione del territorio per centinaia di miglia, dimostrando un’elasticità da caucciù. A partire dal 2006, il fenomeno viene monitorato attraverso una rete di stazioni GPS, che attualmente ammontano a 25, collocate in Colorado e New Mexico.
In genere le deformazioni della crosta terrestre non si manifestano all’interno delle placche continentali, ma solo ai loro limiti, dove si formano vulcani e montagne, come in Giappone, Nuova Zelanda e California. Per esempio i movimenti della faglia di Sant’Andrea non meravigliano nessuno e possono essere verificati anche a occhio nudo da San Francisco a Ensenada, in Baja California, dove qualcuno giura che nel silenzio della notte si possono anche sentire i sinistri brontolii delle viscere della terra. Benché tutto questo processo di espansione rimanga un mistero, gli scienziati stanno cercando di capire se implichi un sollevamento del mantello fluido sottostante o un cedimento della zolla stessa. In ogni caso le trasformazioni che il paesaggio di quest’area è destinato a subire saranno apprezzabili a un termine talmente lungo – sull’ordine delle migliaia di anni – che noi non potremo apprezzarne gli esiti.

Laura Marsano

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