Tra le vie di Civita di Bagnoregio

La città che muore
Qualcuno ha paragonato Civita di Bagnoregio alle città fantastiche della letteratura. Quasi isolata dal mondo, fra il guado del Tevere ed il lago di Bolsena, è arroccata su uno sperone di roccia tufacea a 443 metri sul livello del mare. Civita è conosciuta come la “città che muore”, poiché nel corso dei secoli ha subito un costante assottigliamento a causa della peculiare natura geologica del territorio. In origine, la rupe di tufo di Civita era collegata naturalmente a quella della vicinissima Bagnoregio da una sella di terra. La sequenza dei continui smottamenti, a partire già dal XV sec., aveva  mandato in rovina giorno dopo giorno gli edifici storici, mentre il collegamento con era diventato sempre più precario. Dopo il terremoto del 1695, che provocò decine di vittime, e la distruzione del ponte che collegava Civita a Bagnoregio, la stragrande maggioranza degli abitanti abbandonò l’antico borgo per trasferirsi  a Rota, l’attuale Bagnoregio. Nel 1963-64 il Ministero dei lavori pubblici dispose la demolizione di tutte le vecchie strutture murarie e lignee di collegamento, per costruire l’attuale passerella in cemento armato, inaugurata ufficialmente il 12 settembre del 1965. Attraversato l’attuale ponte-viadotto si sale una strada acciottolata che porta fino a Civita. L’ingresso al Borgo è preceduto da una porta detta di “Santa Maria”, così chiamata perché sopra l’arcata di questa galleria, detta anticamente “Cava”, vi era una piccola chiesa dedicata a S. Maria. Sculture medioevali in pietra basaltica sono collocate nel muro ai lati e sopra l’arco ogivale ai fini decorativi e simbolici: due leoni con teste umane posti ai lati dell’arco rappresentano la vittoria dei Bagnoresi del 1457 sui Monaldeschi e suoi Baglioni. La testa di leone sopra l’ogiva della porta è l’antico stemma comunale, mentre l’aquila reale che appare sopra ricorda che la porta fu costruita durante il governatorato bagnorese del cardinale Reginaldo Polo, fratello del re Enrico VIII d’Inghilterra. I ruderi situati a sinistra della porta sono ciò che resta del Palazzo Janni, andato distrutto per i continui franamenti. Dalla porta di Santa Maria si giunge alla prima piazza dell’abitato, Piazza Colasanti, il cui lato orientale è delimitato da due importanti edifici: Palazzo Cristofori e Palazzo Colasanti, di proprietà della famiglia più antica della città, in seguito trasferitasi a Bagnoregio. La vita cittadina si svolge nella Piazza del Duomo vecchio, sulla quale domina la chiesa parrocchiale di S. Donato che fino al 1699 fu il duomo di Bagnoregio. La chiesa si erge su una breve scalinata, preceduta da quattro colonne di granito, probabilmente residui di un tempio pagano. La facciata molto probabilmente nei secoli passati era ornata da un portico, mentre l’edificio attuale è il risultato di vari rifacimenti. L’impianto è romano, il campanile romanico è a pianta quadrata e alla base sono inseriti nella muratura due sarcofagi etruschi in pietra. L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate da arcate a tutto sesto. Nel 1511 fu demolito il coro con la cripta e fu ricostruito il presbiterio allungando le navate, (ciò comportò la distruzione dell’antico presbiterio). Sull’altare spicca la stupenda immagine del crocefisso ligneo policromo del ‘400, l’opera più interessante della chiesa, che, durante il venerdì santo, viene trasportato in processione da Civita a Bagnoregio. Nel 2000 è stato oggetto di un restauro devozionale eseguito dallo scultore G. Fontana e dalla restauratrice L. Rizzo. Sul lato sud della piazza è possibile ammirare il palazzo cinquecentesco Alemanni Mazzocchi oggi di proprietà del comune. Attiguo al palazzo Alemanni è il palazzetto Arcangeli, anch’esso rinascimentale. Vale la pena visitare il borgo con le sue numerose cantinelle o grottini, allestiti per accogliere il turista che può rifocillarsi assaggiando del buon vino e mangiando delle variegate bruschette condite con dell’ottimo olio di oliva.

Come arrivare:
da Roma GRA: uscita Cassia (bis) Veientana, Cassia Cimina fino Viterbo e proseguire sulla Strada Teverina fino a Bagnoregio.
Autostrada A1 da sud o da nord: uscita Orvieto, prendere la strada per Castiglione Teverina e seguire le indicazioni per Bagnoregio e poi Civita di Bagnoregio

 Loredana Rizzo

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