Risarcimento naufragio

460 milioni di dollari come risarcimento per il naufragio della Costa Concordia. Tanto è l’importo chiesto dal legale di sei passeggeri vittime dell’incidente avvenuto vicino l’isola del Giglio. A Miami sono stati chiesti danni per via della “negligenza nel marittimo” che sta alla base della tragedia di cui tutti abbiamo sentito, e molto, in questi giorni su ogni canale di comunicazione.

La società di crociera ha, nei giorni scorsi, raggiunto un accordo con i sindacati per il risarcimento di oltre 11 mila euro per ogni passeggero, indipendentemente dall’età. Nonostante queste cifre siano superiori alla media stabilita dagli accordi internazionali (ansa.it), sembra, aggiungo io, non siano sufficienti ai sei passeggeri statunitensi vittime dell’incidente.

Frank Furedi scriveva in un suo libro che la psicologia pervade eccessivamente la nostra vita, rendendoci facilmente e volontariamente, vittime indifese delle situazioni che viviamo, assolutamente deboli e indifesi di fronte alle violenze della vita. Che subire un naufragio rischiando la vita sia una situazione molto difficile da affrontare e possa avere notevoli risvolti psicologici è un conto, che rappresenti un crollo psichico oppure un episodio dal quale non ci si possa riprendere, e per il quale si debba diventare ricchi, è un’altra storia.

L’idea che portare nelle mie tasche, o sui miei conti corrente, decine di milioni di dollari per compensare un trauma psicologico è semplicemente ridicola. Non sono certo i soldi di rimborso a farmi vivere meglio se quel trauma pesa come un macigno, e se ci riescono allora il macigno non è poi così pesante. A me sembra che tutto sia buono per specularci sopra, approfittare di un evento sfortunato, magari causato da un errore umano (sbagliare oggi è inaccettabile quasi ovunque ormai), per “sistemarsi a vita”. Ci sono due aspetti di questa storia su cui riflettere:

Prima di tutto i soldi non servono a superare un trauma, solo a recuperare i danni materiali o a coprire spese necessarie a fare terapie o cure particolari, ma 460 milioni di dollari sono una cifra niente male in tal senso…

In secondo luogo dobbiamo smettere di considerarci vittime, deboli, fragili esseri umani. Qualsiasi sofferenza o trauma emotivo possiamo superarlo se solo vogliamo. Non voglio sembrare semplicistico, ma chiarire come ogni evento doloroso dal punto di vista emotivo possiamo superarlo, perché le nostre emozioni non sono mai dovute agli episodi della vita, ma al nostro modo di interpretarli. Anche se si prospetta una sfida complessa, possiamo vincerla, ma ad una condizione: che rinunciamo al comodo ruolo di vittime impotenti.

Giacomo

Scrivere in poche parole (ma spesso anche in molte ;)) chi siamo è sempre difficile. Io credo che sia praticamente impossibile.nnSono convinto che ognuno di noi sia in costante cambiamento, sempre in evoluzione. Noi "non siamo" in un modo o in un altro, ma "diventiamo" noi stessi giorno dopo giorno, senza mai fermarci per poter meritare un'etichetta.nnPosso dirti che mi chiamo Giacomo, che ho 30 anni, che vivo ad Anoia. Poiché concordo con Cechov, che sosteneva che l'uomo è quello in cui crede, allora il modo migliore per aiutarti a capire bene chi sono è dirti che credo in Gesù, ho fede in Dio, quindi credo nell'Amore.nnPer questo motivo mi impegno ogni giorno per offrire, gratuitamente, una mano a chiunque ne abbia bisogno. Come responsabile della sezione di crescita personale, voglio dare strumenti concreti a tutti per cambiare la propria vita in modo reale e iniziare a vivere un'esistenza felice.

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