Riflessi condizionati: siamo o non siamo esseri umani?
Forse avrete sentito parlare del Dottor Pavlov, medico russo vissuto a cavallo tra la fine dell’’800 ed il secolo scorso, noto soprattutto per le sue ricerche sui riflessi condizionati.
In pratica si tratta di quelle reazioni che nascono spontaneamente alla presenza di uno stimolo, senza alcun controllo conscio sulle stesse.
Pavlov arrivò a tale scoperta attraverso un esperimento svolto con dei cani, cui fece sentire ripetutamente il suono di un campanello ogni qual volta gli veniva mostrato del cibo.
Ad un certo punto, la salivazione degli animali avveniva anche alla sola presenza del suono del campanello, indipendentemente dalla presenza di cibo.
Questi riflessi condizionati divengono automatici e si attivano alla presenza dello stimolo in modo inconscio, senza un diretto controllo del soggetto, i cani nel caso dell’esperimento suddetto.
In realtà di campanelli ne suonano spesso nella vita di tutti noi, e non solo quando qualcuno viene a trovarci a casa!
Pensate a qualcuno che v’insulta, suona un campanello e vi arrabbiate; oppure a qualcuno che non fa quello che avevate chiesto, suona un altro campanello e rimanete delusi; o ancora a quando qualcuno vi fa un bel complimento, altro campanello e soddisfazione o piacere.
Potrei continuare con un elenco piuttosto lungo, e tutto per farvi capire che anche noi abbiamo una serie di riflessi condizionati su cui non esercitiamo alcun controllo conscio.
Si tratta di condizionamenti figli dell’educazione impartita dai nostri genitori, delle influenze d’insegnanti e compagni di scuola, molti sono frutto della nostra esposizione sociale e mediatica, altri della nostra cultura.
Nessuno di noi è completamente privo di qualche condizionamento che determina reazioni in modo automatico, e apparentemente incontrollabile.
Il problema, a mio avviso, risiede nel fatto che ad essere condizionate sono soprattutto le nostre emozioni, quasi tutte le nostre reazioni emotive agli stimoli esterni.
Pensate che arrabbiarsi di fronte ad un insulto sia “umano” o che si tratti di una reazione appresa ed automatica, e per questo senza controllo da parte nostra?
Probabilmente vi hanno insegnato che un insulto é qualcosa cui si reagisce arrabbiandosi per mettere in chiaro che non accettiamo una simile mancanza di rispetto.
Credete di decidere la vostra reazione ad un complimento, oppure che questa sia automatica? Appresa?
Forse pensate che sia “umano” reagire in modo incontrollato ad un certo stimolo, che le reazioni che abbiamo siano naturali, inconsce, una responsabilità dello stimolo e non una vostra scelta.
Se volete scrivere al computer utilizzate un programma di scrittura. Ogni volta che digitate una lettera sulla tastiera il programma la riproduce sul vostro schermo, sempre la stessa, ogni volta.
Noi siamo umani, siamo esseri dotati di libertà e consapevolezza, e nonostante ciò agiamo come i computer, gli altri premono il tasto con scritto“insulto”, e noi reagiamo scrivendo la reazione “rabbia”, o “frustrazione”, oppure “vendetta”.
Chiedetevi solo se vi sembra “umano” questo tipo di comportamento, e poi guardatevi con onestà e guardate gli altri con attenzione.
Ricordo che mia sorella diceva che non arrabbiarmi se qualcuno m’insultava, o non essere triste se una persona si comportava male con me, voleva dire essere freddo, meccanico, non umano.
Forse che freddo e meccanico non sono comportamenti predeterminati, standardizzati sui quali non applichiamo la nostra libertà?
Credete che non siamo padroni delle nostre reazioni?
Forse siete tra quelli che pensano che sia nostro figlio a farci arrabbiare, il nostro collega a deluderci, la nostra partner a farci soffrire, che siano gli altri a renderci felici o infelici. Molti, la maggior parte a dire il vero, la pensano così.
Se essere “umano” vuol dire, per voi, reagire meccanicamente a tutti gli stimoli esterni, senza poter decidere come, allora continuate pure in questo modo, ma se ne dubitate, se vi sembra che qualcosa non torni, allora cominciate a riflettere, perché non siamo né animali, né macchine, ma esseri umani.
Giacomo Papasidero
Coach e formatore
coach@giacomopapasidero.it
www.giacomopapasidero.it
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