Pianificazione e leadership

Il primo compito per un leader è quello di dipingere il quadro complessivo in cui il proprio gruppo si muove: definire la vision aziendale o familiare è una prerogativa fondamentale per il successo ed essa è una responsabilità del leader. La vision è lo scenario futuro in cui vorremmo trovarci, il livello di crescita e sviluppo, economico e personale, che aspiriamo a raggiungere in un certo tempo. Essa dovrebbe essere l’immagine dello scopo, ossia il traguardo a cui vogliamo arrivare svolgendo la nostra attività.

Compito del leader è definire in modo molto preciso sia lo scopo che la vision. Per quanto concerne il primo esso dovrebbe essere il motivo per cui facciamo quel che abbiamo scelto di fare: se produciamo copertoni lo facciamo, ad esempio, per garantire la sicurezza degli automobilisti, se educhiamo i nostri figli lo facciamo per garantirgli un futuro di libertà. Definiamo la nostra missione, ossia quello che facciamo, in funzione dello scopo che vogliamo raggiungere, la sicurezza nel primo esempio, la felicità nel secondo.

Al leader, che è guida del suo gruppo, sia esso un’impresa o una famiglia, spetta il compito di definire in modo preciso lo scopo da perseguire. Ad ogni leader compete questa decisione ed è suo dovere trovare uno scopo che sia motivante e importante, qualcosa che trascenda la realtà contingente e sia fonte di ispirazione, una causa che sia da sprone per tutti e nel quale tutti possano ritrovarsi e sentirsi partecipi.

Se il leader fonda il suo gruppo allora questa fondazione deve ruotare attorno allo scopo stabilito: è per quello che si sta creando un nuovo gruppo. Se il leader si ritrova a guidare un gruppo già formato, o capisce che è il momento di definire un nuovo scopo o di crearne uno laddove non ve ne sia alcuno, ecco che deve innanzi tutto comprendere cosa vogliono le persone che deve guidare. Non possiamo imporre la direzione, sebbene possiamo invitare coloro che non sono d’accordo a scendere prima di trovarsi in un viaggio che non intendono compiere.

Per il leader che dirige un’impresa e intende stabilire un nuovo scopo è importante prima di tutto comprendere le aspettative delle persone, i loro desideri, ciò che per loro è importante e far si che lo scopo che lui sente sia in linea con quello che tutti gli altri vogliono. Non conta cosa produciamo, conta il motivo per il quale lo facciamo. Possiamo produrre copertoni per fare profitti in azienda, oppure per garantire una maggiore sicurezza e salvare la vita di persone, alcune delle quali le conosciamo personalmente. Il leader non deve per forza cambiare la missione aziendale (produrre copertoni), ma deve dare uno scopo chiaro e forte per il quale tutti lavorino con passione e impegno. Non smettiamo di educare i nostri figli, ma farlo per renderli liberi e non per dovere sociale è qualcosa di assolutamente diverso, per noi e per loro.

La vision diviene così il dove vogliamo essere in futuro, tra cinque o dieci anni e ancora più in la: significa che il leader chiarisce a tutti che tra dieci anni i nostri pneumatici ridurranno di un terzo i morti in incidenti stradali, o che i nostri figli saranno capaci di scegliere autonomamente senza venire condizionati dagli altri. Vision e scopo sono il punto di partenza di ogni grande progetto, di ogni grande successo, e spetta al leader occuparsene.

Non serve costruire poster colorati o fare grandi manifestazioni per diffondere questi elementi, serve viverli ogni giorno, come leader, in prima persona, serve mostrarli con l’esempio nel quotidiano, serve rendere coerente con essi il sistema interno di premi e punizioni. Serve ricordarsi e ricordare che scopo e vision sono la base su cui costruiamo un grande successo collettivo.

Giacomo

Scrivere in poche parole (ma spesso anche in molte ;)) chi siamo è sempre difficile. Io credo che sia praticamente impossibile.nnSono convinto che ognuno di noi sia in costante cambiamento, sempre in evoluzione. Noi "non siamo" in un modo o in un altro, ma "diventiamo" noi stessi giorno dopo giorno, senza mai fermarci per poter meritare un'etichetta.nnPosso dirti che mi chiamo Giacomo, che ho 30 anni, che vivo ad Anoia. Poiché concordo con Cechov, che sosteneva che l'uomo è quello in cui crede, allora il modo migliore per aiutarti a capire bene chi sono è dirti che credo in Gesù, ho fede in Dio, quindi credo nell'Amore.nnPer questo motivo mi impegno ogni giorno per offrire, gratuitamente, una mano a chiunque ne abbia bisogno. Come responsabile della sezione di crescita personale, voglio dare strumenti concreti a tutti per cambiare la propria vita in modo reale e iniziare a vivere un'esistenza felice.

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