
La musica da toccare. Biophilia di Björk
Nuove dimensioni virtuali nella musica. Crystalline, il nuovo singolo di Björk, anticipa l’intuizione del suo ultimo album Biophilia, realizzato grazie a un avveniristico tipo di tecnologia che ci lascia immaginare un futuro in cui nuovi mondi musicali animeranno lo schermo dei nostri media.
Crystalline: già dal nuovo singolo, Björk annuncia la scelta programmatica del suo nuovo album. Biophilia, uscito lo scorso anno, vanta, infatti, un primato: le canzoni che lo compongono sono state, infatti, concepite per intero sotto forma di applicazioni scaricabili direttamente su i-Pad.
Crystalline, cristallino come lo schermo di un tablet. Una corrispondenza, questa, che sembra voluta dalla stessa autrice.
Non la stessa impressione di originalità e innovazione si riceve ascoltando le tracce dell’album; si ha, infatti, il sentore complessivo di un lavoro sbiadito, un intermezzo minore e smorzato, salvo rari momenti virtuosi, che nulla aggiunge alle ben note qualità di una star che è già quasi un mito. Nei video che si susseguono, Björk, in tema con l’album, mostra la sua chioma simile a un condensato di materia stellare, nebulosa e filante. S’inizia con Moon che dopo un avvio dato da un lirico assolo di arpa, prosegue puntellato dalla voce del coro. Dopo Thunderbolt èpoi la volta di Crystalline. Con questo nuovo singolo Björk tocca forse la parte migliore di questo suo lavoro: il suo canto limpido si libra su uno sfondo ovattato di suoni argentini, come sottilissime vibrazioni rifratte infinitamente da speroni di frattali. Cosmogony è invece la traccia più tecnicamente elaborata, ma l’energia in azione si stempera nell’ululato del coro che va tenuamente a digradarsi. Trascurabili le altre tracce tranne Dark Matter, realizzato in collaborazione con Mark Bell. Interessante anche Hollow, per l’uso equilibrato dell’organo a canne. Solstice è la canzone di chiusura dal titolo evocativo per un album sul tema degli astri e del loro moto: la voce chiara di Björk sulla nera lavagna dello spazio.
Biophiliaresta sicuramente un salto del futuro della musica, ma anche un passo in avanti verso la riproducibilità del reale; prefigura anche uno scenario futuribile, nel quale, grazie a nuove tipologie di fruizione, il lavoro musicale si unirà sempre di più alla grafica e alla multimedialità e vivrà in una dimensione in cui sarà possibile “gustare” la musica nella sua qualità auditiva, visiva, e, da ora, anche tattile. L’ascolto musicale, inoltre, non sarà più legato a determinati momenti e luoghi. Fossile è ormai l’era in cui la musica usciva dal grammofono; lontana è anche l’epoca del giradischi e del mangianastri. Nel millennio multimediale i più grandi guardano ora di fronte ai ragazzi che se spesso sono privi di abilità particolari, dai loro occhi sembrano dominare il mondo con la padronanza del lessico tecnologico. E la musica continua a scandire i momenti della nostra giornata, e nello streaming ininterrotto è facilmente prevedibile che qualcosa si trasformi in rumore di fondo; ma, con i nuovi spazi creati dalla virtualità tecnologica, si aprono nuovi irresistibili mondi, più fisici e vissuti del reale. Con Biophilia entriamo davvero in una nuova era. L’utopia del futuro è già quasi luogo cosmico più vero e piacevole della realtà.
Marco Cesareo