Musicoterapia: ecco i benefici delle sette note
Guarire con la musica si può. A svelare l’alchimia delle sette notte sul corpo e sullo spirito è la stessa scienza. Ecco un excursus di studi e ricerche che evidenziano tutti i benefici della medicina “musica”.
Di solito, il termine “terapia” fa pensare ad ambiti farmacologici, ma la musicoterapia è l’eccezione che conferma la regola.
La musicoterapia è l’uso della musica e degli strumenti musicali che mira a sviluppare le funzioni potenziali o residue dell’individuo a scopo preventivo, riabilitativo o terapeutico.
Numerosi i suoi ambiti di applicazione, numerosi gli studi e le ricerche che ne hanno confermato la validità.
A cominciare da quelli condotti nell’unità intensiva neonatale del Tallhassee Memorial Hospital, in Florida, da Jayne Standley, professoressa dell’Università della Florida, che avrebbero dimostrato come il canto di una ninnananna di una mamma sia in grado di accelerare lo sviluppo delle capacità nutritivedei neonati prematuri, portando a un significativo aumento di peso e quindi a un miglioramento delle condizioni di salute dei piccoli.
Il “nutrimento vocale” che la madre fornisce al figlio, quindi, è importante per lo sviluppo del bambino, proprio quanto quello “alimentare”.
Klaus Von Wildt, docente di neurochirurgia all’Università di Munster, si è occupato invece della musicoterapia applicata a pazienti affetti dal morbo di Parkinson.
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«Lo strumento musicale migliore è quello che più segna il ritmo, ovvero il tamburo o il metronomo — afferma il prof. Wildt — Quelli che hanno difficoltà di deambulazione, con l’uno-due del metronomo riescono a camminare. Questi pazienti che hanno rigidità che a volte li immobilizza, al suono del ritmo ballano».
La musica influisce positivamente anche sui pazienti che devono subire un intervento chirurgico. Lo dimostra un rapporto sull’uso della musica presso la clinica Spingte, in Germania, che evidenzia come quindici minuti di musica rilassante possano calmare il paziente, tanto da poter ridurre del 50% la dose di farmaci sedativi e anestetici.
Nel 1996, il «Journal of the American Medical Association» ha pubblicato i risultati di uno studio che dimostrava come la metà delle donne che ascoltavano musica durante il parto non avesse bisogno di alcun tipo di anestesia: la stimolazione musicale aumenterebbe, infatti, il rilascio di endorfine e ciò diminuirebbe il bisogno di farmaci.
La musica, quella classica soprattutto, può regolare anche gli ormoni collegati allo stress. Ne sa qualcosa il ministro dei trasporti tedesco, Peter Ramsauer, che ha presentato un cd, intitolato Adagio in automobile in cui lui stesso suona Mozart, perché «molti incidenti sono dovuti all’aggressività dei conducenti» e spera che «Mozart possa aiutare a combattere il problema», riducendo incidenti nel traffico cittadino.
Molti problemi quotidiani possono essere risolti proprio grazie alla musicoterapia.
Dopo esser stata per anni relegata a semplice “attività artistica”, la musica comincia così a essere rivalutata anche a fini terapeutici.
Sharon Evangelisti