Amore
Buscaglia ricordava con curiosità come nessuno, prima di lui, avesse intitolato un libro semplicemente Amore. Ne parliamo davvero tanto, oggi come in passato, in ogni salsa, ma alla fine, forse, perdiamo di vista l’essenziale, che l’autore ci aiuta a ricordare in queste pagine.
Leo Buscaglia, Amore«Noi amiamo perché vogliamo amare, perché amare ci dà gioia, perché sappiamo che dall’amore dipende la scoperta e la realizzazione di noi stessi.» Leo Buscaglia scrive un libro dal titolo “Amore”. Se devo essere onesto, si tratta di uno dei più bei libri sull’argomento che io abbia letto finora. Non si tratta di un manuale applicativo per imparare ad amare, ma di un continuum di riflessioni e riferimenti che ci portano a osservare la nostra vita per capire meglio l’amore.
Indiscutibilmente vera è la riflessione dell’autore quando si chiede come possiamo continuare a instaurare relazioni sentimentali tra principianti dell’amore, tra persone che nemmeno si sforzano di comprenderlo e lo trattano alla stregua di un passatempo, e sorprenderci del collasso delle relazioni di coppia di cui molto parliamo. Amare, in linea con quel che riteneva vero anche Fromm, è un’arte attiva, che s’impara, una sfida quotidiana che non ha termine se non con la nostra vita. Un viaggio, quello di imparare ad amare, che ci porta ogni giorno a cambiare e ricrearci, senza fine.
Nel suo solito stile fluido e molto coinvolgente, Buscaglia ci porta a pensare all’amore in modo differente, ponendo al margine la concezione immatura e desolante che ne abbiamo per cominciare a comprendere come amare richiede impegno, coraggio, volontà, determinazione, libertà e molto altro. Amare diventa così un modo di vivere che non rimane chiuso negli angusti limiti della nostra relazione di coppia, ma invade ogni aspetto della nostra esistenza e tocca, se davvero lo portiamo con noi, ogni situazione e ogni essere umano.
Parlando di amore parliamo spesso di educazione, e Buscaglia, che professore lo è stato, pone molto forte l’accento sull’importanza dell’amore verso i giovani, dell’errore che si commette spesso, o sempre, nel voler omologare, accomunare, erodere le differenze che caratterizzano ognuno di noi. Se amare, come ci spiega, è lasciare una tavola imbandita e non costringere nessuno a sedersi e mangiare, educare significa aiutare ogni persona a tirare fuori quell’immenso potenziale di unicità che è latente in ognuno di noi, ricordandoci che l’educazione non può, e non deve, ridursi al mero insegnamento di schemi e regole, ma insegnare ad affrontare la vita.
Penso che questo sia un libro da leggere non solo per riflettere su un tema di così ampia importanza nella nostra vita, ma soprattutto per non dimenticare, grazie ad alcuni passaggi davvero interessanti, che amare è una continua crescita, una sfida quotidiana da affrontare con serenità, una scelta che trasforma la nostra vita dandole il senso profondo che le compete. Imperdibile, a mio parere, per chi vuole capirne di più dell’amore.
Giacomo Papasidero