Leadership e crisi economica
Se è vero che siamo in un periodo economicamente difficile, mi sai spiegare come mai le spese Natalizie sono in aumento in tutta Italia? E sai spiegarmi come mai molte aziende chiudono mentre altre aumentano i propri profitti?
Una risposta viene chiaramente da un concetto economico molto semplice che anche tu conoscerai benissimo: c’è sempre crisi quando i clienti non comprano. E questo non vuol dire che non ci sia il denaro per farlo, ma che comunque i clienti mancano. Se alcune realtà migliorano i propri risultati è evidente che il denaro per riuscirci c’è.
Il problema è un altro: stiamo ottimizzando le nostre spese? Stiamo dando ai nostri potenziali clienti quello di cui hanno realmente bisogno? Siamo unici nella nostra offerta e offriamo qualcosa di realmente speciale? Abbiamo scelto di puntare sulla qualità? Sui servizi veramente efficaci ai nostri clienti? E i nostri clienti, sono realmente le persone a cui pensiamo o ci interessano solamente i loro soldi?
Queste domande se le deve porre per primo il leader: ha lui il dovere ed il ruolo per decidere, per cambiare, per comprendere cosa e come deve essere fatto, a lui spetta di definire una direzione e mostrare come arrivarci, ha il compito di guidare gli altri e coinvolgerli nel progetto. Se non lo farà il leader, tutto questo, a chi altri pensi che spetta?
Il modo migliore per far rendere al meglio i nostri investimenti è riuscire ad ottenerne il massimo, ed il più grande e significativo investimento che faccia un’impresa è sempre quello nelle risorse umane. A parità di stipendio, possiamo ottenere di più? Possiamo avere un contributo di maggior valore e significato? Possiamo avere un supporto importante al successo comune? Non sto parlando di lavorare di più, ma di lavorare meglio.
Se ti chiedessi quante sono le persone che conoscono gli obiettivi aziendali, in termini di cifre esatte, nella tua realtà, cosa mi risponderesti? Chi si trova al gradino più basso della gerarchia, conosce i piani futuri dell’azienda? Sa quanto vogliono fatturare in questo mese? Conosce i costi? Ha idea di programmi e cambiamenti futuri? È mai stato coinvolto nelle decisioni? Si sente più di un semplice numero? Ha mai potuto fornire un’idea, un’intuizione? Viene considerato per quello che può dare oppure solo per la mansione che deve svolgere?
E non ha senso che succeda qualcosa tra le tante elencate ogni tanto: deve essere una regola sempre valida: la ruotine dovrebbe essere che tutti i presenti sulla barca sappiano dove si va e perché, remino insieme di comune accordo, siano motivati a perseguire obiettivi che condividono e possano dire la loro sulle decisioni aziendali. Non pensare che questa sia anarchia, questa è condivisione, partecipazione,successo.
Stipendi uguali, soddisfazione e realizzazione personale, contributo, coinvolgimento, passione e interesse, impegno e qualità maggiori. Le persone lavorano per essere pagate, ma danno il massimo per essere trattate come persone di valore. Se tu sei il leader, questo tocca a te.