Indignados a Roma
In questi giorni il movimento degli indignados ha manifestato a Roma, di fronte al Vaticano, proponendo il problema della libertà, della giustizia per tutti, dichiarando anche la propria avversione verso la chiesa ed il Papa, accusati anche di non pagare le tasse immobiliari (la vecchia ici) su molti dei propri possedimenti nel territorio Italiano. Ansa.it riporta come gli indignados a Roma hanno poi avuto qualche scontro con la polizia, mentre una volante trasportava via uno dei manifestanti. Qualche spintone, alcune cariche, e la situazione è tornata tranquilla.
Degli indignados si è sentito parlare negli ultimi mesi con la crisi economica e finanziaria che è esplosa. L’episodio di Roma non è certo uno dei più eclatanti, ma mi fa riflettere in due direzione.
Da una parte questi indignados che vogliono far sentire la propria voce, giustamente, attraverso manifestazioni pacifiche, che a volte però finiscono con scontri e violenze, dall’altra un sistema economico, politico e finanziario che non sembra molto interessato al problema.
È sempre sbagliato ricorrere alla violenza, non esiste nulla che la possa giustificare come soluzione ad un problema, perché mai, la violenza, risolve qualcosa. Arrivare a scontrarsi fisicamente con le forze dell’ordine, ma anche imbrattare le sedi di banche e agenzie finanziarie è sbagliato, tanto quanto distruggere o devastare le strade delle città, come accaduto a Roma lo scorso anno.
Se è vero che a fare i criminali sono pochi delinquenti, anche vero è che queste persone, spesso, sono coperte da un alone di approvazione. Si biasima magari l’atto violento, ma si condivide la rabbia, si giustifica l’aggressività di chi esagera, pur condannando formalmente il gesto, lasciando così passare un messaggio negativo: è giusto essere arrabbiati, è comprensibile perdere la pazienza ed esagerare.
Non difendo certo il potere politico e finanziario che dirige, secondo molti, il sistema economico internazionale. Banche e altre istituzioni economiche fanno spesso il proprio interesse, puntando solo ed esclusivamente al denaro, al potere, alla ricchezza. Questo è tanto sbagliato. Il problema è che i soldi sono posti prima delle persone, si agisce solo per interesse, si preferiscono oggetti e cose alle vite degli altri. Si pensa egoisticamente solo al proprio orto, fregandosene se l’intero bosco brucia.
Gli indignados a Roma mi ricordano, se mai ce ne fosse bisogno, che la vera crisi è una crisi d’amore, dove manca, da ambo le parti, rispetto e comprensione, dove manca, da ambo le parti, la voglia di comprendersi e accettarsi, di aiutarsi e sostenersi vicendevolmente. Inutile parlare di civiltà dove uomini uccidono altri uomini, dove le persone preferiscono il denaro alla vita. Il vero problema è la carenza d’amore.
Indignados e politici, economisti, potenti finanzieri agiscono per la stessa motivazione: vorrebbero essere felici. Se solo capissero che non esiste felicità fuori di noi stessi e che solo amando potranno crearla nella loro vita, i problemi sarebbero già risolti perché si guarderebbero gli altri come “fratelli”, come esseri umani, e il denaro tornerebbe ad essere strumento e non fine.