Imparare ad insegnare

 

Ho fatto anche io, come tutti, la trafila nel mondo della scuola dalla parte più affollata dei banchi ed ho osservato da spettatore e interessato l’evoluzione di un mondo che mi interessa in modo particolare. La scuola è spesso oggetto di riforme controverse: ogni governo ha la sua idea di scuola e la pratica spesso senza considerare molto il percorso precedente. Il vero problema, però, credo stia nella formalità a cui si rimane in ogni riforma. Si cambiano la durata, i nomi o le materie nei corsi, si modificano aspetti burocratici ma non si tocca il cuore della scuola, non si va al nocciolo, non si risponde alla domanda fondamentale: a cosa serve la scuola?

Oggi la risposta più frequente è che la scuola serve a formare i cittadini di domani, a far crescere i nostri figli, a fornire un’educazione. Uno studio svolto negli stati Uniti dal professor Silberman (ormai tre decenni fa) metteva in evidenza come la nostra (quella occidentale) capacità di insegnare a scrivere, contare o leggere si ottima, ma non insegniamo per nulla come diventare esseri umani. Se osservo il mondo che mi circonda mi rendo conto che la maturità personale è una delle grandi carenze. La scuola non aiuta i ragazzi a maturare o a crescere, non ci rende capaci di affrontare la vita, non ci aiuta a diventare indipendenti. Di fornisce moltissime informazioni (molte superflue alcuni anche inutili) ma nulla di più. Esistono le eccezioni, ovvio, ma sono eccezioni.

Il vero cambiamento nella scuola deve passare attraverso la comprensione della sua reale funzione: insegnare ai ragazzi a vivere e amare. Lo scopo vero della scuola deve essere quello di educare, nel senso di valorizzare la nostra unicità e renderci più liberi. La scuola dovrebbe mettere al centro del suo lavoro l’amore verso le persone, l’amore per la crescita e la conoscenza. Invece rimane ancorata all’importanza delle nozioni e dei programmi. È assurdo che una struttura nata per fornire un servizio ai ragazzi ponga al primo posto tutto fuorché loro. Come se un’azienda che produce elettrodomestici fosse disinteressata totalmente ai propri clienti. Il fallimento sarebbe assicurato.

Dobbiamo imparare ad insegnare ai ragazzi, nella scuola, a vivere, a pensare liberamente con la propria testa,a comprendere la realtà, a scoprire il senso delle cose. Invece rendiamo gli anni della crescita una fase noiosa, di frustrazione, che lascia in moltissimi il ricordo sgradevole del tempo trascorso sui banchi. Il problema di fondo è che c’è poco, pochissimo amore all’interno delle aule, nelle stanze dei professori, negli uffici dei presidi o nei laboratori.

Dove sono la comprensione vero i ragazzi (dai quali si pretende invece il rispetto), dove sta la capacità di ascoltare e rispettare, di accettare, di essere onesti e  sinceri, di perdonare gli errori di rimanere umili nonostante la conoscenza e l’esperienza? I professori devono imparare ad insegnare nel senso di guidare i ragazzi alla vita e non di riempire le loro menti di concetti.

Di una cosa sono assolutamente certo: potremo cambiare la scuola ed il suo impatto sulla nostra società quando impareremo ad insegnare davvero, cioè quando al centro della scuola ci sarà l’amore e non il programma di studio, quando al centro ci saranno i ragazzi  e non le interrogazioni  o i compiti in classe, quando impareremo ad amare e sapremo insegnare a fare altrettanto.

Non serve una riforma, basta l’amore, se lo mettiamo in pratica in ogni aula scolastica. Possiamo cominciare amando l’insegnamento e di ragazzi, scegliendo di guidarli al loro massimo potenziale e non semplicemente al diploma o alla laurea.

Giacomo

Scrivere in poche parole (ma spesso anche in molte ;)) chi siamo è sempre difficile. Io credo che sia praticamente impossibile.nnSono convinto che ognuno di noi sia in costante cambiamento, sempre in evoluzione. Noi "non siamo" in un modo o in un altro, ma "diventiamo" noi stessi giorno dopo giorno, senza mai fermarci per poter meritare un'etichetta.nnPosso dirti che mi chiamo Giacomo, che ho 30 anni, che vivo ad Anoia. Poiché concordo con Cechov, che sosteneva che l'uomo è quello in cui crede, allora il modo migliore per aiutarti a capire bene chi sono è dirti che credo in Gesù, ho fede in Dio, quindi credo nell'Amore.nnPer questo motivo mi impegno ogni giorno per offrire, gratuitamente, una mano a chiunque ne abbia bisogno. Come responsabile della sezione di crescita personale, voglio dare strumenti concreti a tutti per cambiare la propria vita in modo reale e iniziare a vivere un'esistenza felice.

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