Il business delle crociere non conosce crisi
40 anni di storia del sistema crocieristico, 40 anni di successi. Per un turismo dal mare alla terra, dal porto all’entroterra.
Da oltre 40 anni il sistema crocieristico italiano si caratterizza per una crescita continua e progressiva.
Da uno studio condotto dall’università Ca’ Foscari Formazione e Ricerca sugli effetti del sistema crocieristico, emerge un trend decisamente positivo per quanto riguarda i flussi turistici che, dai circa 700 mila croceristi del 1970 passano ai 4,5 milioni degli anni ’90 per arrivare ai 19 milioni stimati per quest’anno, e ai 25 milioni per il 2015.
L’Italia si conferma come destinazione europea preferita dai crocieristi (23% del totale transiti), seguita dalla Grecia (20%), dalla Spagna (17%) e dalla Francia (8%) – così come il bacino del Mediterraneo è l’area del Vecchio Continente che ne attrae il maggior numero.
Molte le caratteristiche comuni ai turisti delle crociere: si tratta di turisti che si “imbarcano”per la prima volta in questo tipo di viaggio, prediligendo vacanze di circa una settimana. La fascia d’età media è di circa cinquant’anni, per quanto questo valore sia ultimamente in discesa. La motivazione alla scelta della “destinazione crociera” è da ritrovarsi nella percezione della novità che ancora, dopo 40 anni di storia, la caratterizza, e la capacità di concentrare molte persone in un unico luogo favorendo la socializzazione e lo scambio culturale.
Il profilo del crocierista si è evoluto nel tempo: dal turista facoltoso e con molto tempo libero di una volta a quello giovane, dinamico, esigente di adesso. Oggi il target principale è diventato la famiglia, cui tutte le compagnie si rivolgono con specifiche tariffe. A seguire, gli sposi.
Parola chiave per il mercato crocieristico, specie quello mediterraneo, è la destagionalizzazione: nel Mare Nostrum, infatti, sono in forte aumento i crocieristi nei mesi autunnali e invernali, che in precedenza preferivano spesso le destinazioni caraibiche.
E mentre il turismo come settore in toto è considerato un malato che ha bisogno di trovare le giuste cure, il comparto crocieristico gode di ottima salute. Ci si chiede allora quale sia la sua chiave di successo.
Nel comparto crocieristico è l’offerta a trainare la domanda. La crescita degli ultimi anni è frutto di una diversificazione del mercato. Inoltre, elevata è la concentrazione del mercato: l’80% è suddiviso tra cinque player; le compagnie hanno immesso sul mercato navi sempre più grandi con capacità sempre maggiori in termini di posto letto.
Ecco che si configura la nave come una destinazione piuttosto che come un mezzo per raggiungerla.
I dati provenienti dal rapporto Contribution of Cruise Tourism 2009 dell’European Cruise Council descrivono l’impatto economico delle crociere in Europa attraverso cifre da capogiro: durante il 2008 le società di navigazione attive nel mediterraneo e relativi passeggeri hanno generato una spesa pari a 14,2 miliardi di euro, di cui il 30% è finito in mani italiane, facendo del nostro paese il maggior beneficiario dell’industria crocieristica in Europa.
Se si passa a considerare l’Europa come luogo d’origine dei crocieristi, si scopre che gli habitué sono i britannici, seguiti da tedeschi, italiani e spagnoli.
Il settore crocieristico ha risentito molto meno di altri segmenti turistici della crisi economica globale, sia per il buon rapporto qualità-prezzo, sia per l’abile capacità di destagionalizzare l’offerta e vendere vacanze tutto l’anno. Altre ragioni che ne spiegano il successo risiedono nella varietà delle proposte, con tantissime destinazioni, proposte commerciali flessibili, un numero crescente di porti di imbarco.
Dal punto di vista delle novità cantieristiche, il mercato è in attesa della consegna, tra il 2010 e il 2012, di 25 nuove navi da crociera per quattordici diversi armatori. Se si guarda alle movimentazioni, fra i primi trenta porti a livello mondiale risultano ben sei porti del Mediterraneo: Barcellona, Civitavecchia, Venezia, Pireo, Napoli e Palma de Mallorca.
A bordo dei nuovi gioielli del mare, che raggiungono il costo medio di 365 milioni di euro, i crocieristi troveranno svaghi sempre più sofisticati (casinò, cinema, discoteche, giochi elettronici e impianti sportivi), occasioni di shopping, migliori tecnologie e comfort all’interno delle cabine.
Come resistere quando si può avere tutto in un’unica formula!
Giulia Ferioli
La foto è stata tratta da: http://www.flickr.com/photos/lrosa/