Etica professionale e denaro

Oggi più che mai sembra che etica e denaro siano parole in contraddizione o comunque abbastanza lontane tra loro, per lo meno nella pratica quotidianità. Non voglio parlare male di chi ha fatto del denaro il centro della sua vita, ma piuttosto affrontare un delicato tema di etica professionale: lo stipendio e l’onorario.

Cominciamo dal discorso degli stipendi: viviamo in un periodo storico denso di difficoltà economiche: la crisi ha eroso molti posti di lavoro, molti aumenti di stipendio sono improponibili, spesso anche nuove assunzioni e investimenti rappresentano un ideale e non una via praticabile. Siamo sicuri? Vediamo meglio come stanno le cose. Nelle aziende più importanti a livello nazionale e mondiale, accanto alle poche assunzioni o ai licenziamenti, fiancheggiano stipendi a sei zeri per i top manager.

Certo, loro svolgono un ruolo fondamentale, ma non è troppo essere retribuiti nell’ordine dei milioni di euro quando i dipendenti ne prendono qualche migliaio o vengono mandati a casa per la crisi? Alcuni manager arrivano a guadagnare un milione l’anno, molti dipendenti non superano i ventimila euro. Se uno di questi manager si “accontentasse” di guadagnarne centomila euro ogni anno, con il resto del denaro si potrebbero retribuire circa 45 altre persone, o almeno non licenziarne lo stesso numero. Non credo che centomila euro annui siano un reddito con il quale non si possa vivere… nonostante ciò sembra che questa idea non sia venuta in mente a nessuno. Etica professionale è quello di cui avremmo realmente bisogno oggi.

Pensiamo anche ad alcune categorie di liberi professionisti: ci sono settori dove l’ordine professionale suggerisce un tariffari minimo o dove gli onorari non seguono la legge della concorrenza rimanendo, sostanzialmente, omogenei come in un enorme cartello . Una sorta di grande monopolio a danno, ovviamente, dei clienti. Prendo ad esempio il mondo del coaching, essendo un settore che conosco direttamente. Le tariffe non sono imposte, non ci sono albi ne registri ufficiali: chiunque può aprirsi uno studio e fare il coach, con o senza attestati di alcun genere. Nonostante questo le tariffe sono abbastanza omogenee: si va da un minimo di 50 euro per coach poco esperti o alle prime armi, fino a centinaia o migliaia di euro per coloro che invece hanno esperienza e blasone. Tutto, intendiamoci, per ogni ora di lavoro.

Da alcuni ho sentito dire che una tariffa minore sarebbe volontariato, o renderebbe impossibile vivere. Come direttore di negozio prendevo circa 10 euro l’ora per un lavoro molto impegnativo, di notevole responsabilità finanziarie e legale. Anche in altri casi, prendiamo ad esempio medici o avvocati, commercialisti o notai, le tariffe sono elevate e spesso molti clienti non sono in grado di permettersi determinati servizi o lo fanno con grandi sacrifici.

Lavorare in modo etico significa anche, e soprattutto, rispettare il lavoro, la fatica e la dignità dei propri clienti, ricordandoci che per quanto possa essere di valore il nostro servizio, non è necessario proporlo ad un prezzo elevato. A mio avviso ognuno potrebbe guadagnare abbastanza per vivere serenamente, se  nessuno volesse guadagnare abbastanza per vivere come un re. Vi sembra credibile che si dichiari equo e legittimo il proprio stipendio mentre si compra una villa o una vacanza esotica, sostenendo che non si potrebbe vivere con tariffe minori?

Non dobbiamo dimenticarci che il mercato non ha a cuore l’interesse delle persone e non è affatto etico se non lo sono le persone che ci lavorano dentro. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma fuori dal coro le voci si contano facilmente.

Giacomo

Scrivere in poche parole (ma spesso anche in molte ;)) chi siamo è sempre difficile. Io credo che sia praticamente impossibile.nnSono convinto che ognuno di noi sia in costante cambiamento, sempre in evoluzione. Noi "non siamo" in un modo o in un altro, ma "diventiamo" noi stessi giorno dopo giorno, senza mai fermarci per poter meritare un'etichetta.nnPosso dirti che mi chiamo Giacomo, che ho 30 anni, che vivo ad Anoia. Poiché concordo con Cechov, che sosteneva che l'uomo è quello in cui crede, allora il modo migliore per aiutarti a capire bene chi sono è dirti che credo in Gesù, ho fede in Dio, quindi credo nell'Amore.nnPer questo motivo mi impegno ogni giorno per offrire, gratuitamente, una mano a chiunque ne abbia bisogno. Come responsabile della sezione di crescita personale, voglio dare strumenti concreti a tutti per cambiare la propria vita in modo reale e iniziare a vivere un'esistenza felice.

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