Con il BrainGate la mente si apre al mondo
Grazie al rivoluzionario microchip, realizzato negli Stati Uniti, è possibile sconfiggere la tetraplegia. Scrivere e-mail, spegnere la luce, regolare la tv e comunicare con qualcuno: tutto con la sola forza del pensiero. I futuri scenari aperti dal cancello della mente.
Era il 14 aprile del 2004, quando la rivoluzionaria scoperta del BrainGate muoveva i suoi primi passi nel mondo della scienza medica, dopo l’approvazione della FDA, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. Dopo i primi esperimenti in questo campo, effettuati negli anni Ottanta, numerose sono state le successive sperimentazioni, per rendere oggi, il cancello della mente, una concreta realtà. Prodotto dalla Cyberkinetics Neurotechnology Systems del Massachusetts, sulle ricerche della Brown University di Rhode Island, il microchip è una protesi neuromotoria in titanio di pochi millimetri, che contiene 96 elettrodi molto sottili. Questi ultimi, attraverso una delicata operazione neurochirurgica, penetrando nel cervello umano alla profondità di un millimetro, captano i segnali prodotti dai neuroni della corteccia motoria, quella adibita al movimento del corpo, e li inviano ad un computer esterno. Secondo il Dr. Leigh Hochberg, professore associato di ingegneria presso la Brown University, i neuroni riescono ad impartire istruzioni ai muscoli, attraverso la spina dorsale, anche a distanza di anni da un incidente o da una patologia che porta alla paralisi. Per questo, la prima sperimentazione del BrainGate su un soggetto tetraplegico ebbe grande successo e largo seguito.
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Fu così per Matthew Nagle, venticinquenne americano, tetraplegico a causa di una lesione al midollo spinale, sottoposto al primo esperimento del microchip dal neurochirurgo Gerhard Friehs, nel giugno del 2004. I risultati ottenuti furono importanti: il chip, installato nella parte destra del cervello del ragazzo, in prossimità delle aree celebrali connesse con il movimento, era in grado di tradurre, in segnali elettrici, i comandi che partivano dai suoi neuroni, decodificati, poi, su un computer esterno. Matthew, grazie al nuovo microchip, poteva, con la sola forza del pensiero, spostare il cursore sullo schermo del pc, regolare il volume della televisione e utilizzare una mano robotica. Dopo di lui, molte sono state, e continuano ad esserlo, le applicazioni del BrainGate su soggetti tetraplegici, sempre con risultati positivi. Mentre prima, grazie al chip, era possibile scrivere quindici parole al minuto, la metà della velocità media di scrittura a mano, oggi, invece, e ancor di più nei prossimi anni, è possibile scrivere da 110 a 170 parole al minuto, con la stessa velocità della comunicazione verbale. Inoltre, i ricercatori affermano che l’impianto può funzionare, ormai, senza problemi per circa mille giorni, risolvendo, con miglioramenti ingegneristici, piccoli problemi tecnici. Tutto questo, porta ad ipotizzare l’utilizzo su larga scala di una tecnologia nata per migliorare la vita di persone disabili, aprendo scenari impensabili. Comandare veicoli a distanza, guidare robot mobili in ambienti pericolosi, comunicare senza fili con cervelli di diverse persone: queste le prospettive aperte dal cancello della mente, anche per chi può ancora camminare con le proprie gambe.
Valentina Lauria
Foto: http://it.wikipedia.org/wiki/