Cellule staminali: un ottimo rimedio per la cura di importanti patologie
La ricerca scientifica sulle cellule staminali per la speranza di cura di molti malati. Aspetti, studi e teorie di queste cellule e i risultati sulle patologie di maggior rilievo.
Lo studio delle cellule staminali è uno degli aspetti più interessanti della ricerca nel campo delle scienze della vita, sia da un punto di vista scientifico che etico. La sperimentazione in questo settore sta facendo molti progressi: spesso vengono pubblicate nuove ricerche allo scopo di avvicinarsi a nuove frontiere di terapia, grazie alle proprietà intrinseche di queste cellule di generare i tessuti che compongono il nostro organismo. Mentre le altre cellule hanno una propria funzione, le staminali non hanno un’attività specifica nel nostro corpo, ma sono in grado di riprodursi molte volte, dando origine a cellule identiche a se stesse. Una delle frontiere della ricerca riguarda proprio l’indagine delle tecniche per isolare e identificare al meglio queste cellule. Medici e ricercatori ritengono che lo studio sulle staminali rappresenti una speranza di cura per malattie che colpiscono milioni di persone, come: diabete, infarto, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, alcune forme di cancro, lesioni del midollo spinale, ictus, sclerosi laterale amiotrofica, alzheimer. Le prime indagini sono state effettuate dal gruppo di Bjorklund in Svezia che ha sperimentato le tecniche di trapianto delle cellule nel cervello per la cura del morbo di Parkinson. Nell’esperimento, i neuroni produttori di dopamina venivano impiantati direttamente nel cervello dei duecento pazienti; si osservava così una riduzione dei sintomi del 50% e ciò ha dimostrato il funzionamento del trapianto anche nei successivi dieci anni.
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L’ematologa Eliane Gluckman fu la prima al mondo ad utilizzare nel 1998 cellule staminali cordonali per curare l’anemia di Fanconi. Vent’anni di ricerche hanno dimostrato che il sangue cordonale è una fonte potenziale di cellule staminali emopoietiche, in grado di riportare alla normalità i valori alterati in soggetti affetti da leucemie, linfomi, anemie e immunodeficienze. Pertanto è stato ottenuto un risultato eccellente: in tutto il mondo sono state sottoposte a trapianto seimila persone. Altrettanto promettenti sono le recenti sperimentazioni cliniche del dipartimento di Neuroscienze della Bicocca di Milano sull’applicazione di cellule staminali adulte, derivanti dal midollo dello stesso paziente, in persone affette da grave atrofia ossea parodontale, e del Prof. O. Lindvall, dell’Università di Lund, in Svezia, sulla coltura di cellule staminali per i trapianti a pazienti con ictus cerebrale. Inoltre, sono pronti i protocolli sull’impiego delle staminali nella rigenerazione del cuore infartuato, progetto coordinato dal Dr. Losano dell’Università di Torino e – primi in Italia – dai ricercatori della sezione di Fisiologia del dipartimento di Neuroscienze, che effettueranno la sperimentazione sull’uomo. L’impiego delle staminali potrebbe portare ad una rivoluzione in medicina: dei trenta milioni di malati cronici in Italia, un terzo potrebbe essere curato con questa tecnica.
Claudio Iaquinta