
Botti di fine anno
Gli occhi sbarrati dal terrore, il respiro teso, il corpo che trema: ecco come festeggia il nuovo anno un cane, amico quotidiano tranne quando sparare diventa un divertimento. (Foto: Flickr cc indrasensi)
Le orecchie abbassate, la coda tra le zampe, il pelo scosso dal tremore per la paura che presto ci sarà l’ennesimo colpo. Quel che a noi sembra soltanto un rumore, per i nostri amici animali diventa un devastante frastuono, un pericolo a loro incomprensibile che incombe, ovunque. Ogni volta che vedo un animale impaurito correre a nascondersi, spaventato dai botti di fine anno, mi chiedo come si possa chiamare divertente qualcosa che terrorizza un altro essere vivente e che non ha nessuna utilità.
Ogni anno, poi, i primi giorni ci servono a contare le vittime, morti e feriti anche gravi, di questa stupida moda. I botti di fine anno – alcuni li difendono – derivano da tradizioni radicate e antiche. Forse, ma oggi sono solo un modo per alimentare un mercato senza senso, votato alla costruzione di prodotti che dovremmo chiamare “armi” (visto che uccidono e portano ad amputazioni decine di persone ogni capodanno) e che dovremmo vietare. Non siamo in guerra, ma abbiamo piccoli arsenali che puntualmente, alla fine di ogni anno, tiriamo fuori per fare festa.
Anche se sembra un’innocua abitudine, una sorta di tradizione tramandata di padre in figlio, questo modo di “festeggiare” il nuovo anno è una forma violenta di espressione umana. Alcuni dicono che serve a “esorcizzare” la paura, a iniziare meglio un nuovo anno che si spera migliore del precedente, ma forse è solo un modo per sfogarsi, pericoloso e irrispettoso. Sentire il silenzio del 31 dicembre, riempito da questi botti, mi ricorda il rumore della guerra che sentiamo al telegiornale, che per fortuna vediamo lontana, e che per una notte sembra vogliamo avvicinare a noi.
I botti di fine anno uccidono sempre qualcuno, puntualmente. Tantissimi sono coloro che perdono mani, dita, occhi, quasi fossero stati a combattere davvero una guerra, mentre invece volevano solo festeggiare e divertirsi. E gli animali a cui diciamo di dare il nostro affetto, accettiamo che restino terrorizzati perché “dobbiamo divertirci”, senza neppure pensare di metterci nei loro panni: ci piacerebbe che alcuni, per divertimento, ci terrorizzassero? Accetteremmo che, per il sollazzo di alcuni, molti fossero costretti a vivere attimi di paura senza senso? Ovviamente no, ma spesso dimentichiamo che sotto il pelo i nostri amici hanno emozioni e sentimenti come noi. A volte non ci piace fare agli altri quel che vorremmo fosse fatto a noi, perché lo troviamo scomodo, perché “l’altro” non merita rispetto.
Iniziamo ogni nuovo anno con la speranza che sia migliore dei precedenti. Possiamo renderlo migliore, per esempio, lasciando che il vecchio finisca portandosi via questa usanza dei botti di fine anno. Pensare che sia opportuno “uccidere” l’anno che finisce non penso sia il modo giusto per iniziarne uno nuovo all’insegna dell’amore o della pace. Proviamo a festeggiare, quest’anno, senza fare del male a nessuno: avremo cominciato nel modo migliore il nostro 2013.
Giacomo Papasidero