Alla scoperta di S.Gimignano

La Manhattan Toscana

La chiamano la Manhattan Toscana, ma in realtà con tutto quel trambusto, rumore, fumo, smog, non ha proprio nulla in comune con il quartiere di New York, se non le alte torri, simili ai grattacieli, che si scorgono man mano che ci si avvicina alla città. Alte e maestose, sembrano scolaretti alzati in punta di piedi su di un colle (m.334) per farsi vedere meglio tra la folla, per distinguersi. Nonostante le sue origini risalgano probabilmente al periodo etrusco, la città iniziò la sua vera e propria storia soltanto intorno al X secolo, prendendo il nome del santo Vescovo di Modena, San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche.
Nel medioevo si verifica la straordinaria fioritura di opere d’arte, che adornarono chiese e conventi, ma che la videro anche attiva protagonista nella lotta  contro i comuni limitrofi, divisa in fazioni come guelfi e ghibellini. Nel 1300 ospitò il sommo poeta Dante Alighieri, ambasciatore della lega guelfa in Toscana. Ma la terribile peste del 1348 ed il successivo spopolamento gettarono San Gimignano in una grave crisi. La cittadina dovette perciò sottomettersi a Firenze. Dal degrado e abbandono dei secoli successivi ne uscì soltanto quando si cominciò a riscoprire la bellezza della città, la sua importanza culturale e l’originaria identità agricola.
Oggi chi va a scoprire questo piccolo centro non sente affatto il degrado e l’abbandono, anzi, il tempo si è fermato, probabilmente come in un incantesimo in cui tutto sembra rimasto ancorato al medioevo. Se non fosse per i turisti vestiti con jeans e t-shirt e per le loro macchinette digitali di ultima generazione, sembrerebbe quasi di esser stati catapultati ai tempi delle armi, degli amor gentili e dei cavalieri. Il silenzio è padrone. Nessuno scalfisce i suoi battiti lenti con parole sprecate, inutili. Le parole non servono, S.Gimignano è una delizia per gli occhi. Uno spazio, un mattone, una casa, una piazza: ogni cosa qui cattura.
Tale meraviglia si scorge negli sguardi dei turisti oltreoceano che del medioevo hanno solo sentito parlare o letto su libri di scuola. Non sono abituati a conoscere la reale dimensione dell’uomo nel suo ambiente, dove tutto è misurato su di lui poiché fatto per lui. Niente grattacieli o autostrade. Soltanto piccole stradine che non sanno neanche cosa sia un rumore di una macchina. I supermercati non hanno vita facile, qui la parola globalizzazione non è neanche presente nei vocabolari. Nei negozi, ovvero nelle botteghe, il macellaio, il fornaio sanno tutti i  nomi dei compaesani, già prima di entrare, hanno preparato ciò che serve ai loro clienti. Si salutano, magari si chiedono l’un l’altro come stia il figlio o il marito, e si danno appuntamento all’indomani, con il sorriso sempre sulle labbra.
S.Gimignano non è però un mondo lontano dalla civiltà e della modernità. Le stesse peculiarità che li contraddistingueva nel medioevo ci sono ancora oggi; siamo noi che nelle nostre città siamo rimasti ormai troppo arretrati. A furia di rincorrere il tempo che sfugge.

Stefania Castiglione

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