Adriano Celentano: un nuovo album per gridare tutta la sua rabbia

Dalla classe dirigente, alla crisi economica, Adriano Celentano scaglia il suo “grido di rabbia” con Facciamo finta che sia vero, il suo nuovo album, uscito il 29 novembre, a quattro anni di distanza dal precedente, che vanta numerose collaborazioni.

Adriano Celentano è tornato con un disco esplosivo. La cover del nuovo album, Facciamo finta che sia vero, parla da sola: il cantautore è nel bel mezzo di una vera e propria guerra, armato però, non di un fucile, ma di una chitarra. Un’immagine forte, come forte è il cambiamento di Celentano nel suo stile musicale.
Ascoltando alcuni pezzi, si ha l’impressione che l’artista sia diventato, musicalmente parlando, ancora più creativo e moderno. Non ti accorgevi di me, firmato Sangiorgi e interpretato assieme ai Negramaro, assomiglia molto ad una beguine, impreziosita da chitarre rock. È una canzone d’amore che esprime una grande voglia di amarsi intensamente e capirsi fino in fondo, senza mentire. Ma il cambiamento di stile non è l’unica novità che si nota. L’intero album è un vero e proprio “scrigno” in cui sono racchiuse numerose collaborazioni con artisti importanti come Franco Battiato, Lorenzo Jovanotti, Raphael Gualazzi e Pacifico, vere e proprie “perle” del mondo della musica.
Celentano, con i nove brani del suo album, rompe il silenzio con un “grido”.

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È proprio la moglie, Claudia Mori, in occasione della presentazione del disco a Milano, a descrivere l’album come fosse una specie di “pamphlet”, un “grido di rabbia”. La tracklist non risparmia, infatti, proprio nessuno. A cominciare dal brano, firmato da Franco Battiato, che dà il titolo all’album: «Siamo nelle mani del peggior stile di vita, nelle mani di insensati governanti», recita il testo. La cumbia di chi cambia, che porta la firma di Lorenzo Jovanotti, critica i funzionari statali: «iniziano bene e finiscono male, capita spesso che li trovi a rubare». L’ultimo brano, il mutuo, interamente scritto e interpretato da Celentano dice: «i debiti uccidono eccome, diffida di chi ti vuol vendere, specie quando ti dicono: non importa se ora non paghi, basta mettere una firma sul mutuo e diventerai un bel padrone di nulla» Un disco, potremmo dire, che si scaglia contro la realtà di oggi.
Alcuni testi spiccano per l’alto contenuto politico e polemico, perché sparano a zero, con l’arma della musica, sullo spread, la classe dirigente e i conflitti internazionali. «Adriano ha messo in musica quello che da tempo scrive sui giornali o ha detto nelle sue poche apparizioni pubbliche. È un discorso politico che va bene oggi e, temiamo, domani, perché sono tante le cose che non vanno, forse adesso c’è uno spiraglio di luce, ma è solo uno spiraglio», ha detto la Mori. Il disco contiene novità anche nella produzione: è stato infatti registrato nel Kaneepa studio di Michele Canova, produttore anche di Tiziano Ferro, Giorgia ed Eros Ramazzotti. Il Clan Celentano, storica etichetta discografica fondata dal cantante nel 1961, ha raggiunto, inoltre, un accordo di licenza con la Universal Music Italia.
Rivedremo Celentano in tv? Non c’è nulla di sicuro, perché l’artista è come sempre imprevedibile. Probabilmente ci sarà però una promozione televisiva, ma non si sa ancora in quale trasmissione. Staremo quindi a vedere.

Sharon Evangelisti

Foto: http://www.clancelentano.it/

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