Abortire o no?
Questa mattina leggo nell’ansa che il numero di aborti, a livello mondiale, resta stabile, anche in aumento. In Italia, in particolare, diminuiscono gli aborti “sicuri” ma avanzano quelli illegali, che sono, tra l’altro, causa del 13% di tutte le morti delle mamme. Il dato che preoccupa di più, nel nostro Paese, riguarda però le immigrate (un aborto su tre è chiesto da loro) e le adolescenti. A me viene in mente una domanda di fronte a questi dati: abortire o no?
Non voglio fare facili moralismi, ma è innegabile che un aborto significa, sostanzialmente, uccidere una vita, o se preferiscono coloro che non chiamano vita il feto prima di tre mesi, negare una vita possibile. La prima domanda ovvia che dovremmo porci è: avremmo voluto che fosse stata negata la nostra, di vita? O siamo contenti che i nostri genitori, nostra madre in particolare, non abbia preso una simile e irreversibile decisione?
Abortire o no è un problema che riguarda il rispetto della vita: negarla, o ucciderla che dir si voglia, significa non rispettarla, aggredirla, preferire la morte ad essa. Non solo, l’aborto è un atto di irresponsabilità, un modo per risolvere un “problema” di cui siamo responsabili in prima persona senza aver assolutamente voglia di affrontarlo seriamente, con amore e rispetto, con maturità.
Scegliere di abortire significa quindi percorrere la via peggiore, ma più semplice apparentemente, per togliersi di torno un fastidio, con tutte le conseguenze che esso comporterebbe. Significa rimuovere un ostacolo a progetti, programmi o sogni fatti e che, con un figlio, potrebbero non realizzarsi.
Esistono poi casi in cui l’aborto è scelta come soluzione ad una violenza, ma anche in questo caso dobbiamo scegliere tra la vita e la morte, tra il fare del male poiché lo abbiamo ricevuto, o scegliere di amare chi non ha colpa. Quando agisco per difendere me e danneggio altri, non amo, ma ho solo paura e la paura mi porta ad agire con egoismo, sbagliando sempre.
Alle adolescenti, e non solo, che si chiedono se abortire o no io dico di scegliere l’Amore, sempre e comunque. Non esiste, e mai esisterà, un valido motivo per preferire la morte alla vita, ma soprattutto, per avere il diritto di decidere per quella altrui. Ci vuole coraggio, è vero, ma è una scelta possibile, ci vuole sicurezza interiore, ma dipende da noi, ci vuole indipendenza emotiva, ma ancora una volta è alla nostra portata.
L’aborto è figlio di una cultura che non vuole responsabilità per le proprie scelte e azioni, che sogna l’onnipotenza di fare ogni cosa e ottenere sempre ciò che vuole, che preferisce il proprio benessere a danno di quello degli altri, rinnegandoli per tollerare la devastazione della natura umana. Uccidere è sempre sbagliato, e anche se la legge permette di compiere questa scelta, non vi è mai felicità quando percorriamo la strada della morte.
Se è difficile chiedi aiuto, anche a me, ma non abortire.